“Come ogni anno ricordiamo il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della Polizia di Stato che con lui morirono nel tragico attentato del 19 luglio 1992.
Lo facciamo innanzitutto per un dovere civico e morale: perché i giovani sappiano che la nostra Repubblica, e con essa i principi di legalità e trasparenza, sono stati difesi strenuamente da eroi moderni della lotta a tutte le mafie come i giudici Borsellino e Falcone, che hanno segnato profondamente, con i loro innovativi metodi di investigazione, le strategie dello Stato per combattere le organizzazioni criminali.
I futuri successi nella lotta alla mafia, fino alla recente cattura di Messina Denaro, si devono anche alla intelligenza investigativa di quei giudici e alla loro capacità di scoprire gli investimenti delle mafie nell’economia e nella grande finanza.
A 31 anni di distanza, nella mutata situazione di oggi, resta la lezione che i servitori dello Stato caduti nella lotta alle mafie ci hanno lasciato: ancora una volta occorre riaffermare i valori della democrazia e della libertà come motore per un ordinato sviluppo civile e sociale, che metta al bando la criminalità organizzata ed ogni forma di violenza e di sopraffazione”.
È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.