Michele Napoli, capogruppo al Comune di Fratelli d’Italia, fa il punto della situazione, dopo gli ultimi dati del Rapporto Check-Up Mezzogiorno 2019 redatto dall’Osservatorio Banche Imprese (Obi):
“Tra le regioni meridionali, la Basilicata è la regione con la più elevata propensione all’export con il 32,3 per cento del Pil regionale legato ai flussi di esportazioni.
Nel 2018 l’Italia ha scambiato merci con l’estero per un ammontare complessivo pari a quasi 890 miliardi di euro, dei quali solo l’11,7 per cento relativo alle regioni del Mezzogiorno.
Si tratta di oltre 100 miliardi di euro, con una prevalenza per le importazioni.
Il saldo commerciale è, di conseguenza, negativo per circa 5,1 miliardi di euro.
Ma guardando alle singole regioni, solo la Basilicata, (insieme con l’Abruzzo) mostra un saldo positivo con un’eccedenza dell’export per quasi 1,8 miliardi di euro.
Il saldo è, invece, negativo in tutte le restanti regioni del Sud e aumenta il divario con il resto del Paese.
Nel complesso, nel 2018 le esportazioni regionali sono aumentate del 4,2 per cento su base annua.
La dinamica positiva è stata sostenuta in regione dalla ripresa del comparto automotive, che rappresenta oltre l’80 per cento dell’export totale.
A seguito della ristrutturazione dello stabilimento Fca, Melfi è diventato un sito produttivo dedicato alla produzione della Fiat 500X e Jeep Renegade, due modelli destinati all’esportazione in oltre 100 paesi nel mondo.
Altro settore trainante quello estrattivo.
L’export di petrolio della Basilicata è cresciuto nei primi nove mesi del 2018 del 50 per cento, toccando quota 222 milioni di euro, un valore addirittura più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2016.
E sono proprio automotive e petrolio che consentono alla provincia di Potenza di registrare un +5 per cento nell’export rispetto alla provincia di Matera che presenta nelle esportazioni un dato negativo pari a – 3,7 per cento, nonostante la tendenza positiva del cosiddetto “export turistico”, ovvero il contributo del turismo estero alla nostra economia, anche sull’onda della nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019.
Cedimenti vistosi hanno continuato a caratterizzare l’industria del mobile, cosi come è arretrato anche l’export del “sistema moda” che ha pagato il calo del settore “pelli, cuoio e calzature”, cosi come del tessile/abbigliamento.
Si può osservare, inoltre, come il valore dell’export dei metalmeccanici superi ampiamente, ormai, quello del settore del legno e mobile.
L’industria chimica, infine, ha ulteriormente consolidato la dinamica fortemente espansiva registrata nel biennio precedente.
E allora, alla luce di questi dati abbiamo la necessità di investire in ricerca ed innovazione, altrimenti la Basilicata è destinata ad un ruolo marginale, e ricerca significa tecnologia applicata al sistema produttivo perché solo in questa maniera il sistema produttivo può stare sui mercati.
Per il raggiungimento di questo obiettivo la Regione deve necessariamente integrare le politiche in materia di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e alta formazione, promuovendo azioni in sinergia con soggetti pubblici e privati e, in particolare, con Università, istituti di ricerca, parchi tecnologici, cluster, distretti, istituti tecnici superiori.
E ancora il trasferimento tecnologico e di competenze dal mondo della ricerca al sistema delle imprese, anche attraverso la qualificazione del lavoro dei giovani ricercatori e la valorizzazione delle sturt up giovanili innovative, lo sviluppo della ricerca privata, anche in forma associata, e la sua integrazione con la ricerca pubblica”.