“Esprimo grande preoccupazione per tutte quelle famiglie lucane che vivono grazie a misure regionali e nazionali di sostegno al reddito quali il Reddito di Cittadinanza, il Reddito Minimo di Inserimento ed i Tirocini di Inclusione Sociale, famiglie che faticano ancora più di prima ad arrivare alla fine del mese”.
L’intesa raggiunta dalla Regione Basilicata con i ministeri dell’Ambiente e dell’Economia segna l’epilogo di un percorso di reinserimento lavorativo per circa duemila lavoratori e lavoratrici lucane impegnati nei programmi regionali del RMI e TIS, ma che per come concepito rischia di produrre poco dal punto di vista della vera occupazione e, quindi, se non verrà corretto immediatamente, priverà moltissime famiglie di un sostegno al reddito rigettando nella disperazione più totale.
È quanto afferma il Capogruppo regionale del Partito Democratico Roberto Cifarelli.
Aggiunge l’esponente Dem:
“Ritengo ci sia una sottovalutazione della fase storica che viviamo e del pericolo della esplosione di una vera e propria bomba sociale: da un lato il livello nazionale che prevede una revisione delle politiche di sostegno al reddito con l’istituzione del “MIA” ed un sensibile assottigliamento della platea dei beneficiari e dall’altro il Governo regionale che, al di là degli annunci, resta fermo sulla impostazione assunta con l’intesa raggiunta con i due ministeri.
Il percorso di fuoriuscita paventato dalla Regione non prevede la prosecuzione delle attività per coloro che alla fine del periodo immaginato, nell’ambito dei percorsi di reinserimento lavorativo previsti, non avranno trovato una collocazione lavorativa garantita.
Per loro cosa è previsto?
Inoltre, in un momento storico così difficile dal punto di vista economico e sociale per le famiglie, è stato sbagliato aver previsto nel progetto denominato “Platea ex TIS: fuoriuscita e sostegno alle famiglie” una decurtazione del riconoscimento economico mensile ed un aumento delle ore lavorative mensili rispetto a quanto previsto dall’art. 26 comma 4 del Decreto Lgs n. 150/2015.
Per non parlare poi della cinica incompatibilità con il Reddito di Cittadinanza, nonostante un emendamento da me proposto e approvato dal Consiglio all’unanimità che ne sanciva invece la compatibilità con le misure regionali di sostegno al reddito.
Purtroppo per la Regione Basilicata queste persone rappresentano un peso di cui bisogna liberarsi e bene fanno tutti i sindacati a tenere alta l’attenzione soprattutto fornendo intelligenti proposte.
Di tutto ciò ho chiesto contezza con una interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore alle Politiche di Sviluppo e Lavoro, affinché quanto realizzato in questi anni a favore di migliaia di cittadini e cittadine lucani, con l’impegno quotidiano di costoro nell’assicurare servizi di pubblica utilità, non venga disperso in progetti dei quali conosciamo il punto di partenza ma non l’approdo che deve inequivocabilmente essere la certezza di giuste tutele e di un reddito per tutti”.