“I costi di produzione mandano in rosso il reddito degli agricoltori” denuncia il presidente della Copagri Basilicata, Nicola Minichino, in occasione della fase finale della campagna di mietitura e in seguito agli esiti del Tavolo della filiera grano-pasta svoltosi nei giorni scorsi al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo:
“C’è ancora troppa distanza tra i prezzi del grano duro riconosciuti agli agricoltori e i costi di produzione che gli stessi devono sostenere e che rimangono più elevati.
Per questo è necessario puntare con sempre maggiore decisione sulla strada della qualità, cercando al contempo di andare a sfruttare tutte le possibilità offerte dagli accordi di filiera, per conseguire risultati più soddisfacenti dal punto di vista del reddito, e dalle reti di imprese agricole e industriali, nell’interesse reciproco e nel meccanismo della competitività e della collaborazione.
L’aggregazione, infatti, è fondamentale per conseguire migliori risultati in termini di reddito.
La contrazione della produzione nazionale di grano per l’annata in corso, in linea con quella mondiale, vede un calo delle superfici coltivate pari al 6,5% che porterà ad una superficie impiegata a grano duro di circa 1,2 milioni di ettari.
Tale contrazione, unita alle problematiche causate dalle condizioni metereologiche, che hanno portato forti piogge, grandinate ed escursioni termiche non indifferenti, e alla difficile situazione dei prezzi di mercato del grano, i quali si aggirano su remunerazioni decisamente inferiori ai costi di produzione, non fa altro che aggravare il forte deficit del nostro Paese, dove la produzione nazionale non riesce a soddisfare la domanda.
Il rischio concreto è che venga tagliato fuori dal mercato un numero sempre maggiore di produttori agricoli.
In ragione di ciò, guardiamo con favore alla necessaria istituzione di una Commissione unica nazionale, che sulla scia di quanto già avviene in altri comparti possa contribuire a riequilibrare i rapporti di forza all’interno della filiera, garantendo al contempo una maggiore trasparenza dei meccanismi alla base della formazione dei prezzi.
La centralità della remunerazione equa di tutti i componenti della filiera è infatti un elemento imprescindibile”.