In una nota, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello dichiara:
“E’ necessario subordinare l’uscita dal lockdown (corrispondente all’italiano “isolamento” o “blocco”) all’adozione di test sierologici a tappeto, che sono poco costosi, attendibili, di facile reperimento sul mercato e soprattutto consentono di ipotizzare la percentuale di popolazione contagiata dal virus, un dato fondamentale per gestire in sicurezza la cosiddetta fase 2 della ripartenza.
I test sierologici evidenziano la presenza o meno di anticorpi e, quindi, ci dicono se un soggetto ha contratto il virus oppure no, consentendoci di entrare in possesso di informazioni importantissime: se, ad esempio, una regione fa registrare una percentuale di contagi del 50% e in un’altra regione la percentuale dei contagi è del 10%, la prima è più pronta ad uscire dall’epidemia rispetto alla seconda (atteso che chi ha contratto il virus dopo un determinato lasso di tempo non infetta gli altri e difficilmente può essere reinfettato).
Occorre anche considerare come i test sierologici possano essere effettuati in numero decisamente maggiore rispetto ai tamponi, grazie all’apporto delle strutture specialistiche ambulatoriali private, e danno il risultato del test in poche ore, laddove proprio la numerosità e il tempo di attesa degli esiti dei tamponi sono stati autentiche criticità di molte regioni, Basilicata compresa.
I dati di questi giorni sull’andamento favorevole della diffusione dei nuovi contagi da coronavirus, sul numero progressivo dei guariti e sulla diminuzione dell’incremento dei ricoveri, sia nei reparti ospedalieri sia nella terapia intensiva, fanno nascere la speranza di una situazione complessiva meno grave e pongono le premesse perché si possa ritornare a svolgere normali condizioni di vita.
Ma il superamento delle attuali misure collettive di restrizione e di distanziamento sociale non potrà mai avvenire senza l’adozione di efficaci strumenti di controllo della trasmissione del virus.
Occorre mantenere alti i livelli di guardia soprattutto al centro sud; sarebbe quindi sbagliato seguire quanti caldeggiano una ripresa più rapida del meridione, meno colpito dalla pandemia.
Da un punto epidemiologico infatti le maglie della ripresa lavorativa potranno essere più larghe al Nord, dove il virus si è diffuso maggiormente, sviluppando così una più alta immunità cosiddetta ‘di gregge’”.