“L’emergenza epidemiologica in corso potrebbe acutizzare il problema delle infiltrazioni mafiose sia durante la crisi, sia una volta terminata, quando si affronterà un periodo di ripresa.
Pertanto, nel ruolo di guida del Coordinamento della Commissione e degli Osservatori regionali sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità, congiuntamente ai vice presidenti Monica Forte e Carmine Mocerino, chiedo allo Stato di mantenere alta l’attenzione sui fenomeni malavitosi, dando piena disponibilità attraverso l’azione legislativa che ci compete”.
Così interviene il Presidente del Coordinamento, Carmine Cicala, a sostegno delle richieste del procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, e del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.
“Lo studio coordinato dalla direzione nazionale antimafia, svolto dalle varie forze dell’ordine, evidenzia i settori nei quali le cosche investono, cioè imprese legali che rispondono alle esigenze del momento.
Le mafie, in tal modo, rafforzano il loro business legato ai beni primari, controllando mercati all’ingrosso e catene di distribuzione.
Le categorie nelle fasce di maggiore disagio sociale sono le prime ad essere colpite dalle associazioni mafiose, in quanto, in condizione di maggiore bisogno, accettano benefici immediati dei quali poi dovranno pagarne gli interessi.
A conferma di questo sistema, il procuratore Cafiero De Raho segnala la diffusione di video sui social con i quali la camorra offre la spesa e beni di prima necessità alle famiglie.
Un’altra situazione importante da prevenire e contrastare, come evidenzia il procuratore Gratteri, è la gestione dei fondi alimentari da parte dei Comuni, i cosiddetti ‘buoni spesa’ a sostegno delle persone povere.
La richiesta è che siano gestiti dalle forze dell’ordine per evitare che i sindaci, in odore di mafia, possano far prevalere ‘liste favorite’ diverse da quelle ufficiali.
L’ombra dell’illegalità dev’essere contrastata con un intervento dello Stato a favore delle aziende, il nostro ruolo, grazie al Coordinamento e alla Conferenza delle Assemblee Legislative, ci permette di procedere congiuntamente su tutto il territorio nazionale per aiutare i settori maggiormente a rischio e contrastare le azioni illegali, attraverso l’importante strumento legislativo di cui disponiamo, perorando le richieste dei procuratori che, grazie al loro prezioso contributo, pongono le basi necessarie per trovare soluzioni efficaci a problemi reali.
I settori imprenditoriali travolti dalla crisi dovuta all’emergenza Covid-19, dei quali le mafie desiderano un controllo capillare attraverso ingenti fonti di finanziamento illecito, sono molteplici: dagli appalti con la Pubblica amministrazione al ciclo del cemento, della terra e dei rifiuti al commercio al dettaglio e all’ingrosso, dei trasporti e dei servizi, fino al turismo, all’industria del divertimento e alla gestione di ristoranti e bar.
Se l’interesse delle mafie è di giustificare la ricchezza, l’aumento del fenomeno dell’usura rischia di crescere in modo significativo.
Infatti, per incentivare i commercianti e i settori maggiormente colpiti dalla crisi, basterà che le mafie prestino soldi ad interessi più bassi rispetto a quelli delle banche.
Questo momento emergenziale potrebbe essere l’occasione per regolamentare i tanti lavoratori in nero che oggi rappresentano una delle fasce più deboli ed indifese della popolazione.
E ancora, disporre misure di sicurezza efficaci nelle carceri per contrastare le rivolte schermando i segnali telefonici che, fino ad oggi, permettono ai detenuti di comunicare e organizzare le rivolte”.
Se da un lato il coronavirus dà spazio alle mafie per riorganizzarsi, dall’altro lo Stato, insieme al Coordinamento della Commissione e degli Osservatori regionali sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità, possono cogliere l’opportunità per colmare tutti quei vuoti legislativi, volti non ad incrementare una già farraginosa burocrazia ma a favorire dei controlli a monte, come suggerito dai procuratori Gratteri e De Raho.
L’attenzione verso le attività mafiose dev’essere alta per tutta l’Europa, infatti, in molti porti della fascia tirrenica prosegue il commercio di grandi quantitativi di stupefacenti.
Così, come evidenzia il procuratore De Raho ‘se fino al mese scorso venivano sequestrate tonnellate di cocaina e oggi non vengono sequestrate, evidentemente c’è qualcosa che non va’ evidenziando che, ad oggi, tutta l’attenzione rivolta a contrastare i traffici di mascherine e materiale di protezione per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, dev’essere ricalibrata per la lotta alla mafia”.