Ieri, i Carabinieri ed i Finanzieri di Matera, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera, hanno dato esecuzione ad una Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa nei confronti di M. L., 56 enne, ex direttore della Banca Popolare dì Puglia e Basilicata, filiale di Irsina (MT), accusato di truffa aggravata, appropriazione indebita, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
L’operazione ha portato anche al sequestro di un noto ristorante situato nei Sassi di Matera (la “Diciannovesima Buca”), di due immobili situati a Irsina, di un’autovettura e di tutti i conti correnti, dossier titoli e cassette di sicurezza riconducibili all’indagato.
Le indagini sono state condotte in perfetta sinergia dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Matera e dalla Compagnia Carabinieri di Tricarico, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Matera.
Il procedimento trae origine da un accertamento ispettivo effettuato nel novembre 2017 da funzionari della Banca Popolare di Puglia e Basilicata presso la filiale di Irsina (MT) poiché erano emerse gravi anomalie nella gestione di conti e titoli azionari da parte del (ora ex) direttore M. L.
Nel corso dell’ispezione il direttore si era allontanato repentinamente dalla filiale facendo temere che potesse mettere in atto azioni violente sulla propria persona.
Dopo essersi sincerati che il suo allontanamento fosse determinato soltanto dal timore di incorrere nei provvedimenti della giustizia, le verifiche investigative hanno consentito di accertare che lo stesso, per circa un decennio, approfittando del suo ruolo dirigenziale all’interno della Filiale e della fiducia riposta dalla clientela, spesso persone anziane, nel circoscritto territorio di Irsina, ha agito indisturbato gestendo in proprio conti e quindi, sottraendo circa 1.260.000 euro dai conti di numerosi clienti, mediante la simulazione di investimenti in polizze assicurative rilevatesi poi inesistenti e riscattando premi di polizze esistenti ad insaputa dei reali beneficiari, facendo transitare in prima battuta le somme in esame su conti correnti di ignare persone e fornendo ai clienti truffati documenti ideologicamente falsi sulla loro situazione finanziaria, approfittando della loro inesperienza e anche della loro età avanzata e della fragilità che connota tale fase della vita.
Gli accertamenti hanno consentito di ricostruire il meccanismo truffaldino e appropriativo messo in atto in maniera indisturbata da L., consentendo di accertare che lo stesso, in modo disinvolto quanto spregiudicato ha sottratto ingentissime somme di denaro, in parte risultate confluite nell’attività di ristorazione formalmente intestata al figlio, ma di fatto gestita dallo stesso, senza alcun segno di ravvedimento.
Dopo la denuncia formalizzata dai vertici della Banca nei suoi confronti si è sottoposto, su sua richiesta, ad un interrogatorio fornendo una versione edulcorata delle sue manipolazioni di conti ed indicando a ‘giustificazione’ il crollo della borsa che l’avrebbe indotto, per non deludere i clienti, a sottacere circa le perdite finanziarie nell’investimento in borsa e, in alcuni casi, ad integrare le stesse perdite con il suo denaro.
Si è accertato, invece, che faceva ciò con somme prelevate da altri conti di ignari clienti, che neppure sapevano di aver investito in azioni.
I laboriosi accertamenti contabili condotti dagli inquirenti hanno, invero, consentito di dipanare una incredibile ed inestricabile attività manipolatoria di conti e depositi finalizzata esclusivamente all’appropriazione indebita di somme di denaro, con cui indisturbato l’indagato ha inteso supportare un tenore di vita di gran lunga superiore alla sua situazione reddituale.
Le complesse indagini svolte sono consistite nell’acquisizione di denunce, di documenti presso la Banca, di documenti notarili, di verifiche incrociate, le cui risultanze sono confluite nei capillari ed analitici accertamenti finanziari che hanno consentito la ricostruzione di una incredibile vicenda truffaldina che, in buona sostanza, gli ha consentito di appropriarsi di somme complessive pari a € 1.260.670, dei quali è stato possibile contestare solo la somma di € 777.453 per fatti riferibili ad annualità successive al 2012.
Sono 12 i correntisti oggetto delle illecite attività poste in essere dall’indagato che hanno presentato formali denunce.