Basilicata, gonfiavano le buste paga: nei guai dipendenti comunali! I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato per disposizione del Procuratore della Repubblica:

“Nell’ambito di un’attività di indagine in materia di contro la pubblica amministrazione, la procura della repubblica del tribunale di Potenza delegando la Sezione di P.G. dell’Aliquota Guardia di Finanza della Procura ed il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Potenza – ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di tre dipendenti del Comune di Guardia Perticara applicati ex art. 1 co 557 L. 311 /2004 presso il Comune di Armento (modalità cosiddetta “a scavalco”), il primo quale addetto all’ufficio ragioneria (area economico-finanziaria), il secondo quale addetto all’ufficio tecnico e il terzo con mansioni di sportello.

Il G.I.P. del Tribunale di Potenza ha applicato le misure coercitive per i reati di peculato e falso continuato la cui consumazione sarebbe avvenuta ai danni del Comune di Armento (ove gli indagati, va precisato, non sono più in applicazione a scavalco:

  • al ragionier De Fina Carlo Rosario quella del divieto di dimora ne territori dei Comuni di Guardia Perticara e Armento e quella della sospensione dall’esercizio delle funzioni presso il Comune di Guardia Perticara;
  • al geometra Massaro Gianfranco Agostino quella dell’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Guardia Perticara e quella della sospensione dall’esercizio delle funzioni presso il Comune di Guardia Perticara).

L’ordinanza ha disposto, altresì, il sequestro preventivo – fino alla concorrenza di quanto indebitamente incassato – di tutte le disponibilità finanziari e patrimoniali dei tre indagati, quindi, non solo, dei suddetti Fina ed Agostino, ma, anche, di Iannibelli Salvatore – anche lui funzionario amministrativo del Comune di Guardia Perticara, applicato a scavalco presso il Comune di Armento – la cui posizione, essendo apparsa meno grave sotto il profilo del danno causato e della condotta tenuta rispetto a quelle provvisoriamente ascritte agli altri co-indagati, non è stata gravata dalla emissione di misure cautelari personali, ma solo da quella del sequestro preventivo.

Le indagini — ferma restando la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva hanno permesso, allo stato di acquisire gravi elementi indiziari in ordine ai sopra indicati reati ed, in particolare, sarebbe emerso, sulla base di tali indizi, che, gli indagati, nel corso di quasi due anni, in concorso tra loro, al fine di trarne profitto, prima omettendo di effettuare le timbrature di ingresso e uscita volte ad attesta e formalmente la loro presenza in servizio, poi mancando di predisporre i cedolini (buste paga) per la liquidazione delle competenze che invece risultavano sostituti redigendo mandati di pagamento di importo svariato e comunque superiore alle ore effettivamente prestate presso l’ente locale e, in ogni caso, agli importi previsti nelle tabelle retributive imputandoli altresì a capitoli diversi da quelli previsti in bilanci per la retribuzione del personale (es. “Gestione biblioteca e ludoteca” cap. 903;

“incarichi a libero professionisti relativi ad attività di studio” cap. n. 146) oppure il De Fina attribuendosi rimborsi spese non dovuti (es. mandato n. 188, 243, 365, 561) e non autorizzati per le trasferte mai attuate, nonché utilizzando indebitamente per l’emissione dei mandati di pagamento la firma elettronica del responsabile del servizio economico-finanziario (Sindaco di Armento).

In tale modo secondo l’ipotesi accusatoria ritenuta dal Gip supportata da gravi indizi, gli indagati si appropriavano indebitamente di somme di denaro del Comune , pari ad euro 45.007,40 per il De Fina, euro 38.144,88 per il Massaro, euro 10.101,32 per lo Iannibelli Salvatore, con corrispondente danno per la Pubblica Amministrazione.

L’indagine veniva avviata grazie alla segnalazione del Sindaco del Comune di Armento che, dopo aver rilevato le numerose irregolarità contabili dei procedimenti di spesa dell’ente locale in favore dei tre odierni indagati, aveva inviato idonea segnalazione a questa Procura della Repubblica, che avviava le indagini in questione”.