“Il destino economico e sociale della Basilicata è lasciato all’inerzia politica da troppo tempo. Malgrado la ricchezza di risorse naturali, paesaggistica, culturale, agricola, archeologica, la regione mostra indicatori reddituali, lavorativi, demografici e sociali che sono oramai diventati allarmanti.
Ce lo dicono i dati ISTAT, ce lo dicono gli studi della Caritas lucana e ce lo dicono le rilevazioni della CGIL.
Gli indicatori di povertà sono molto più elevati rispetto a quelli nazionali, e lo stesso vale per l’occupazione, compresa quella femminile e giovanile, così come per lo spopolamento, per i fenomeni criminali e per i fallimenti delle piccole e medie imprese nell’ultimo anno.
Quella in atto appare come una vera e propria crisi del ceto medio.
Di fronte a questi dati preoccupanti, non si può non registrare l’atteggiamento rinunciatario delle istituzioni locali e nazionali, i cui interventi sono carenti e non strutturali.
Per questo motivo ho ritenuto doveroso coinvolgere i ministeri che più direttamente sono chiamati a dare risposte urgenti a questi gravi problemi, presentando un’interrogazione ai ministri Carfagna, Franco, Orlando e Giorgetti”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, il quale ha presentato un’interrogazione sullo stato di povertà della Basilicata ai ministri per il Sud e la coesione territoriale, dell’Economia e delle finanze, del Lavoro e delle politiche sociali e dello Sviluppo economico.
Si legge nell’interrogazione:
“Stando ai dati ISTAT gli indicatori di povertà sono decisamente più elevati rispetto a quelli nazionali. L’incidenza della povertà relativa familiare è pari al 17,9%, contro l’11,8% nazionale, e la quota di famiglie lucane in cui nessun componente lavora supera di 4 punti percentuali la media nazionale (22,7% contro 1’8,4%).
Peraltro, l’impoverimento ha riguardato in maniera massiccia quella che un tempo veniva definita ‘classe media’, come rileva la Caritas.
Il tasso di abbandono scolastico è risalito al 14,6%, e i NEET costituiscono il 26,3% dei giovani lucani. Stesso dicasi per i dati demografici: fra i mesi di gennaio 2019 e 2021, la popolazione regionale è diminuita di 11.000 unità.
In questo contesto le associazioni regionali rilevano ‘l’esaurirsi progressivo di ogni politica sociale e di welfare’, e una inadeguatezza analoga nel campo del turismo, dell’imprenditoria, della cultura.
Non solo: l’ultima relazione semestrale della DIA ha evidenziato come siano in crescita gruppi criminali autoctoni stabili, con connotazione mafiosa e operanti sul territorio regionale, che trovano evidentemente nel disagio socioeconomico terreno fertile per prosperare.
Di fronte a tutto questo il ceto medio produttivo di piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi non ha trovato alcuna tutela dalle politiche locali.
Per questo chiedo ai ministri di sapere quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare per affrontare e risolvere i nodi profondi dell’arretratezza della Regione Basilicata, determinata il più delle volte dalla posizione passiva e inerte della politica”.