Genesio De Stefano, già vice presidente dell’AVIS Nazionale per oltre 25 anni, membro dell’Esecutivo Nazionale per 35 anni, fondatore di AVIS Regionale di Basilicata, ha indetto una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina per discutere con i giornalisti della persistente carenza di sangue nella nostra regione.
Si è parlato delle responsabilità politiche, tecnico–sanitarie ed associative che hanno portato la regione da una situazione di totale autosufficienza ad una situazione di estrema carenza.
Si è parlato anche degli scandali delle responsabilità attraverso la consegna di documenti probatori su tutti i temi in discussione.
Questa la lettera aperta rivolta alla stampa di De Stefano:
“Sono Genesio De Stefano per circa quaranta anni mi sono occupato della donazione di sangue sia a livello regionale che nazionale.
Sono stato donatore attivo con oltre 120 donazioni e dirigente della più grande organizzazione del settore.
Il giorno 06 gennaio gli organi di informazione hanno diramato un comunicato a firma della Presidente di detta grande organizzazione dal titolo “La cultura del dono deve continuare a crescere”.
Affermazione che mi trova perfettamente d’accordo visto il crescente bisogno di emazie, di plasma e di prodotti farmaceutici derivati dal plasma, alcuni dei quali essenziali per la sopravvivenza dei malati ematologici.
Quello che non condivido sono alcune affermazioni riportate nel comunicato e soprattutto i dati delle attività pubblicizzate.
Poiché tali inesattezze virgolettate corrispondono alle dichiarazioni fatte e sottoscritte dal massimo responsabile dell’associazione, resto perplesso in quanto ritengo che le stesse siano fuorvianti, inesatte e rispondenti all’esigenza di un accreditamento ad appannaggio dei singoli e non già nell’interesse generale degli ammalati.
Non è polemica la mia bensì l’irrinunziabile esigenza di fare gli interessi del servizio sanitario sia sotto il profilo politico che economico e sanitario.
Vero è che sono state effettuate 18.000 donazioni, per cui vanno ringraziati tutti coloro, uomini e donne, che hanno donato in maniera anonima e gratuita parte di se stessi a favore dei bisognosi ma è anche vero dichiarare di aver effettuato 5550 donazioni di piastrine (a fronte delle poche centinaie reali) fa sorridere chi come me si è occupato da sempre di tale volontariato.
Affermare che il 2019 è un anno da incorniciare per i risultati raggiunti quando si sono perse circa 2000 donazioni rispetto all’anno precedente e circa 14.000 negli ultimi cinque anni, mi sembra veramente fuorviero della realtà.
Ho fatto delle verifiche 21 situazioni di emergenza ematica hanno portato alla importazione di circa 1700 unità di sangue da vari centri trasfusionali d’Italia alcuni dei quali distanti oltre mille chilometri con grave “esposizione” per gli ammalati e grosso dispendio di risorse economiche per la Regione.
Si pensi che fino al 2013 eravamo capaci di produrre 31.800 unità esportando circa 5.000 nella regione Lazio. L’aver perso in così poco tempo questo grosso potenziale donazionale non è certamente attribuibile al calo demografico o al flusso migratorio dei tanti giovani che lasciano la nostra regione (questo avveniva già nei primi dieci anni del duemila, eppure la Basilicata era in testa a tutte le rilevazioni statistiche del centro nazionale sangue).
Io credo piuttosto che sia dovuto alla chiusura dell’infopoint presso l’Università, alla incapacità di tenere in vita le convenzioni con vari Enti e con gli Organi Polizia, al mancato processo di fidelizzazione dei donatori, alla mancata pubblicizzazione del bilancio sociale e del periodico associativo e a tante altre iniziative finalizzate alla pubblicizzazione dei bisogni ematici
La Presidente dice ancora “da sottolineare poi l’accreditamento Udr Berign fino al 2021”. Il lettore si sarà chiesto di quale grosso traguardo trattasi, non si tratta altro che della visita di verifica della idoneità biennale da parte della ditta di lavorazione del plasma sui locali atti al prelievo.
Così come si dichiara che tutte le sedi sono state accreditate mentre gli stessi dati associativi della scorsa assemblea regionale, ovviamente sempre della stessa associazione si lamentava la inattività di circa 40 sedi sulle 96 preesistenti.
In buona sostanza sarebbe stato opportuno utilizzare lo spazio messo a disposizione e la disponibilità dei media per invogliare la cittadinanza a donare il sangue, sarebbe stato opportuno riprendere a fare volontariato e non “dirigenza fine a se stessa”.
Abbiamo tutti l’obbligo di arginare l’importazione di sangue da altre regioni. Domani potrebbe essere non disponibile.
La Basilicata è una terra generosa che non ha bisogno di altri per tutelare i propri ammalati.
Meraviglia non poco come la Regione Basilicata e con essa l’assessorato regionale non intervenga visto i costi stratosferici che è costretta a sostenere”.