Piani intercomunali socio sanitari e socio assistenziali, non autosufficienza, liste di attesa, legge regionale sull’invecchiamento attivo, riorganizzazione della rete dei servizi territoriali, proposta di legge regionale sulle autorizzazioni e sul funzionamento delle strutture socio educative e socio assistenziali, l’uso di fondi europei per avvisi pubblici che riguardano i servizi agli anziani e all’infanzia.
Sono questi i temi alla base della proposta dello Spi Cgil Basilicata al nuovo governo regionale, molti dei quali saranno oggetto dell’incontro tra l’assessore regionale alla Sanità e i sindacati di categoria convocato per il prossimo 31 Luglio.
Spiega il segretario generale Spi Cgil Basilicata, Nicola Allegretti:
“Nello specifico, per quanto riguarda i piani intercomunali socio sanitari e socio assistenziali, il sindacato dei pensionati della Cgil chiederà un monitoraggio continuo dello stato di avanzamento dei piani per ogni singolo Ambito Territoriale e definizione dei LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) al fine di assicurare l’eguaglianza di opportunità a condizioni sociali e situazioni di difficoltà personali differenti, garantendo progressivamente ai servizi e agli interventi omogeneità di distribuzione e di accessibilità sul territorio in relazione al fabbisogno espresso per tutto il territorio regionale.
Secondo lo Spi, la definizione dei LEPS, assieme ai nuovi LEA, diventa la guida per sviluppare una rete di servizi su tutto il territorio – in cui siano definite le aree di intervento prioritarie – in grado di dare risposta ai bisogni delle persone creando una linea di attività finanziabili e una filiera di attività produttive ai soggetti pubblici o privati che si candidano alla gestione delle stesse”.
Per la non autosufficienza:
“riteniamo sia necessario ed essenziale programmare finanziamenti aggiuntivi e istituire un fondo dedicato, così come avvenuto a livello nazionale, in modo da far confluire risorse certe e programmare le attività.
Intanto, si potrebbe già coordinare il lavoro che i vari enti devono fare (enti locali, aziende sanitarie ecc.) per evitare i ritardi gravissimi nell’erogazione dei servizi o dei benefici alle famiglie, in particolare quando si è in presenza di nuovi bandi, e avviare da subito una discussione per superare gradualmente la monetizzazione delle prestazioni istituendo servizi adeguati per la presa in carico delle persone non autosufficienti per tutto il territorio regionale.
La creazione graduale di una rete adeguata e qualificata di servizi – anche quando la gestione sarà affidata ai privati – non potrà che avvenire attraverso l’occupazione di personale specializzato e nel rispetto dei ccnl.
Per le liste di attesa, proponiamo un ragionamento organico integrato tra tutte le aziende sanitarie attraverso una mini piattaforma regionale che affronti la questione a partire dagli obblighi previsti dal PNGLA e alla luce dei nuovi Lea, tenendo conto dei vari aspetti che interagiscono tra di loro e che si ponga anche il problema dei risultati della tutela effettiva del diritto alla salute anche attraverso l’istituzione di un osservatorio regionale sulle liste di attesa con la partecipazione delle organizzazioni sindacali.
Occorre avviare rapidamente i lavori della consulta regionale prevista dalle legge regionale n. 29 del 2017 in materia di promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, la cui formalizzazione è avvenuta alla fine della legislatura regionale precedente, e predisporre le linee guida del programma triennale delle attività ripristinando il finanziamento della legge”.
Per quanto concerne la riorganizzazione della rete dei servizi territoriali:
“la continuità assistenziale è certamente un tema complesso da affrontare ma non più rinviabile, anche alla luce della recente riorganizzazione della rete ospedaliera.
La promozione e la riorganizzazione della medicina territoriale, a partire dalle misure previste nel patto per la salute 2014-2016 approvato nel luglio 2014 dalla Conferenza Stato Regioni, oggi torna di grande attualità, anche in considerazione del processo di riforma in atto del sistema sanitario regionale, ed è essenziale per dare risposte efficaci e sostenibili alle principali emergenze del sistema sanitario (dal sovraffollamento dei pronto soccorso, alle liste di attesa, alla assistenza alle persone non autosufficienti) e che hanno impatto soprattutto sulla popolazione anziana.
Occorre, infine, completare il lavoro portato avanti in questi anni sulle autorizzazioni e sul funzionamento delle strutture socio educative e socio assistenziali arrivando alla emanazione di una legge regionale che regoli la materia, l’offerta e la qualità dei servizi e le condizioni di lavoro.
In attesa della legge, per quel che riguarda gli anziani, bisogna procedere con urgenza a una ricognizione delle strutture residenziali esistenti e a una verifica delle richieste di adeguamento avanzate a seguito della emanazione del manuale per le autorizzazioni.
Sarebbe utile, inoltre, trovare una modalità per utilizzare al meglio i fondi europei e indirizzarli alla creazione di servizi, anche innovativi, che possano diventare strutturali per il futuro evitando l’insuccesso degli avvisi pubblici precedenti che prevedevano proposte di servizi da parte dei privati e bonus per le persone che dovevano acquistare un sevizio.
In ultimo, bisogna affrontare contestualmente il problema del governo e del riordino degli enti locali, favorendo e incentivando l’associazionismo e l’unione tra i Comuni.
La legge del 2010 sulle unioni dei Comuni è stata completamente disattesa in Basilicata, probabilmente perché troppo selettiva e prescrittiva negli obblighi da osservare, ma pur partendo con un approccio più morbido non possiamo pensare che il superamento dell’obbligo ad associarsi darà nuovo impulso alla già scarsa propensione a intraprendere percorsi di alleanza tra Comuni nella nostra regione e pertanto, di fronte alle forti limitazioni funzionali e amministrative in particolare dei piccoli Comuni, bisogna che la Regione Basilicata affronti il problema tirando fuori dai cassetti la proposta di legge sul riordino degli enti locali”.