“Benché in Italia ogni giorno ci sono più di 1000 nuove diagnosi di tumore e 3,6 milioni di persone che convivono con una pregressa diagnosi di neoplasia, solo il 20% delle strutture oncologiche ed oncoematologiche offre un servizio di supporto psicologico ai pazienti oncologici.
Un dato che dobbiamo invertire rendendo effettivo il servizio di psico-oncologia, di fondamentale importanza durante le terapie, presso tutte le strutture sanitarie regionali deputate alla cura dei malati di cancro”.
È quanto afferma, in una nota stampa, il capogruppo di Basilicata casa comune, Giovanni Vizziello.
Spiega Vizziello:
“A qualche giorno di distanza dalla celebrazione della Giornata Internazionale della Psico-Oncologia è di fondamentale importanza sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza del soddisfacimento delle esigenze psicologiche ed emotive di quanti incappano in una diagnosi di tumore che colpisce tutte le dimensioni della vita di una persona, quella fisica, psicologica, sociale, spirituale e che spesso si estende ai famigliari del malato.
Il cancro non si cura solo con i farmaci ma anche con il sostegno psicologico sia nella fase iniziale della diagnosi di tumore sia in quella successiva durante la quale i pazienti sono costretti a subire interventi che possono determinare cambiamenti nel corpo che non sempre sono accettati dal paziente e che lo psicologo riesce a far comprendere, favorendo l’adattamento del paziente alla malattia.
Di qui la necessità di rendere il supporto psicologico parte integrante del percorso di cure oncologiche attraverso l’integrazione strutturale dello psicologo nel team multidisciplinare che effettua la presa in carico dei malati di tumore conformemente al modello dell’approccio multidisciplinare alle patologie oncologiche che si è dimostrato vincente, come dimostrano i dati relativi al tasso di sopravvivenza delle persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore.
Purtroppo anche in Basilicata, particolarmente nella Provincia di Matera, il diritto al supporto psicologico è spesso negato ai malati oncologici e ai loro caregiver per la carenza di psicologi molti dei quali sono costretti a prestare la loro attività sulla base di contratti appesi a un filo, nel senso che sono rinnovabili di anno in anno, manifestazione eloquente di una concezione accessoria della psico-oncologia, laddove si tratta di un elemento fondamentale del percorso di cura dei malati di cancro e che come tale deve essere garantito in via strutturale in tutte le strutture sanitarie regionali”.