Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Cavallo (Cisl Basilicata) e Amatulli (Fnp Cisl Basilicata):
“Il programma operativo FSE Basilicata 2014-2020 prevedeva risorse economiche programmate per un importo pari a circa 290 milioni di euro.
È il fondo che più visibilmente impatta con la vita quotidiana delle persone e con la loro qualità della vita poiché si rivolge a disoccupati, occupati, inattivi, donne, giovani e soggetti con fragilità tra cui gli anziani.
Siamo nella fase di conclusione del programma e nel tempo dei bilanci che ci consente di quantificare non solo la quantità di spesa realizzata, pari al più del 70% delle risorse, ma anche il numero totale delle persone coinvolte, più di 54 mila persone, dietro le quali ci sono storie di difficoltà, di non accessibilità, di carenza di servizi, ma anche di aspirazioni, desideri e di riscatto, ed è questa voce che la Cisl, in qualità di attore sociale, ha sempre cercato di portare ai tavoli di partenariato giacché il dialogo sociale è un pilastro della prassi e della politica europea, che punta a migliorare la governance della spesa dei fondi europei attraverso il coinvolgimento delle parti sociali nella fase decisionale e nell’attuazione, contribuendo alle politiche di sviluppo della Basilicata.
Tuttavia, oltre al dato quantitativo c’è il dato qualitativo che serve a rendere buona ed efficace la spesa pubblica.
La lezione in termini qualitativi appresa da questi anni di programmazione e dai progetti realizzati è che in Basilicata le persone hanno bisogno di tantissima informazione sulle opportunità che esistono, informazione che cerchiamo di dare anche noi attraverso la rete dei nostri servizi di assistenza.
Le persone hanno bisogno di servizi, di modalità trasparenti di accesso a questi servizi, di una progettazione partecipata e soprattutto flessibile rispetto al continuo mutamento dei tempi.
Dal nostro osservatorio quindi ricaviamo anche indicazioni per la prossima programmazione del PO FSE+.
Una di queste indicazioni è che ci siano più risorse per gli interventi in favore dei soggetti anziani, considerando il progressivo, inarrestabile e inevitabile invecchiamento della popolazione.
Infatti, gli ultra-settantenni nel 2030 saranno più del 30% della popolazione residente in Basilicata, e questo ci spinge a chiedere che la soglia dell’età anagrafica per le misure di sostegno ai soggetti vulnerabili, nell’ambito dell’obbiettivo specifico “inclusione e protezione sociale” sia rivolta agli over 70 più che agli over 75, anche in considerazione degli esiti del bando finanziato con la programmazione PO FSE 2014-2020 a beneficio di anziani over 75 con l’obiettivo di sostenere livelli di vita e di autonomia attraverso l’erogazione di servizi sociali e culturali innovativi.
Inoltre, chiediamo che con le risorse del PO FSE+ 2021-2027 si finanzino almeno in parte le attività previste dalla legge regionale per l’invecchiamento attivo che rappresenta ancora oggi uno strumento utilissimo per favorire il contrasto alla solitudine e depauperamento cognitivo e sociale degli anziani.
Ricordiamo che la legge regionale, voluta dal sindacato dei pensionati dal 2017, è ancora inattuata, mentre è noto che invecchiare in buona salute rappresenta un beneficio per le persone e per l’economia pubblica.
Al contempo, con le risorse del PO FSE+ è necessario dare risposte anche ad un altro fenomeno che sempre più inciderà sulla società lucana, ovvero l’invecchiamento della forza lavoro in ragione del fatto che la nostra regione ha una quota prevalente di forze di lavoro nella fascia di età compresa fra i 55 e i 64 anni.
Siamo di fronte ad una consolidata situazione di invecchiamento della forza lavoro lucana che non diminuirà, anzi nei prossimi anni si accentuerà e diventerà strutturale, tendenza favorita anche dalle riforme previdenziali che tendono a tenere le persone al lavoro anche oltre i 67 anni.
Ciò significa che dobbiamo investire sulla resilienza, l’aggiornamento e la capacità di adattamento al mercato del lavoro di adulti e anziani attraverso investimenti massicci nella formazione continua e permanente, finanziata dal FSE a beneficio soprattutto delle piccole imprese che caratterizzano il tessuto produttivo lucano e che spesso non svolgono formazione continua finanziata con altri fondi”.