I funzionari dell’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura della Direzione Generale dell’Ambiente, del Territorio e dell’Energia, in collaborazione con i tecnici del corpo di Polizia locale di Sasso di Castalda hanno trasferito oggi alcuni esemplari di cervi (Cervus Elaphus) dall’area faunistica del cervo in agro di Sasso di Castalda all’area faunistica Foresta Regionale Fossa Cupa in agro di Abriola, dove già sono presenti alcune decine di esemplari della stessa specie.
Lo rende noto l’assessore all’Ambiente, Territorio ed Energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico.
Nell’oasi faunistica del cervo di Sasso di Castalda, voluta e curata dall’amministrazione locale, splendidi esemplari di cervo vengono tutelati e custoditi in semilibertà a scopo culturale e didattico ed insieme ad altri attrattori locali riescono a coinvolgere tantissimi turisti che nell’arco dell’anno si recano ad osservare gli animali custoditi in modo esemplare e nel pieno rispetto del benessere animale.
Il progressivo incremento del numero dei capi, dovuto soprattutto ai favorevoli fattori ambientali, ha determinato la necessità di trasferire alcuni esemplari di cervo in soprannumero rispetto allo spazio disponibile e sono stati quindi liberati quattro esemplari di cervo, cui un maschio adulto e tre fusoni, in un ambiente molto più ampio e dalle caratteristiche idonee.
Erano presenti il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Roberto Tricomi, i funzionari dell’Ufficio Parchi Bernardino Anzidei, Biagio Sampogna e Sandrino Caffaro, e l’agente della Polizia locale del Comune di Sasso di Castalda Simona Caione.
Afferma l’assessore Latronico:
“Le operazioni sono il frutto di uno studio particolare, sia delle potenzialità della superficie di immissione che del sito di prelievo, nonché delle analisi e relativa profilassi sanitaria degli animali target da parte delle autorità sanitarie.
L’area faunistica di Fossa Cupa di Abriola rappresenta una memoria storica in Basilicata, regione che vanta una buona popolazione di bovidi presenti un po’ ovunque grazie alle reintroduzioni in ambiente libero con animali provenienti tutti da quella zona faunistica.
Il mantenimento del carattere selvatico degli animali nell’area rappresenta un requisito indispensabile per l’attuazione di interventi di ripopolamento e di reintroduzione in natura, che significa una buona ricchezza di biodiversità per l’intero territorio lucano”.