Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Segretario Confederale UIL con delega alla sanità pubblica e privata, Verrastro Giuseppe:
“Un Servizio Sanitario Nazionale e Regionale sempre più in affanno con l’esodo delle cure da Sud a Nord che non si ferma nonostante il giro d’affari sia in calo, i tempi di attesa che rispetto al pre-covid sono peggiorati e il numero totale delle prestazioni che ancora non è a livello del 2019.
È questo il quadro che emerge dai nuovi dati presentati dall’istituto Agenas sulla mobilità sanitaria interregionale, il monitoraggio dei tempi di attesa degli interventi chirurgici e le attività di specialistica ambulatoriale.
Tutti temi che sono all’attenzione del neo Ministro della Salute che nei suoi primi intendimenti ha dichiarato di voler lavorare al recupero delle prestazioni, alla riduzione delle liste d’attesa e all’equità tra le Regioni.
Tutte questioni, doveroso ricordarlo, su cui molti dei suoi predecessori hanno tentato d’intervenire senza però grande successo.
Mobilità sanitaria interregionale: cala il giro d’affari ma non si ferma l’esodo da Sud a Nord per curarsi.
L’area del Portale statistico di AGENASN, dedicata alla Mobilità sanitaria, mette a disposizione dati che rappresentano il trend degli ultimi 5 anni rispetto all’attività interregionale dei ricoveri ospedalieri.
Analizzando i numeri si scopre che, a prescindere dal giro d’affari, il fenomeno dell’esodo da Sud a Nord per curarsi non si arresta.
Sono ben 14 le Regioni che hanno infatti saldi negativi tra cui la Basilicata (-40,3 mln).
Altro numero rilevante è poi quello d’appropriatezza delle cure fuori regione dove Agenas stima che 800 mln sui 2,5 mld di giro d’affari riguardano prestazioni per cui non sarebbe occorso recarsi fuori dalla propria regione.
Monitoraggio dei tempi di attesa degli interventi chirurgici: il privato fa meglio del pubblico e in 10 regioni sono peggiorati rispetto al 2019.
Sempre all’interno del Portale statistico dell’Agenzia è possibile effettuare la lettura dei risultati dei tempi di attesa dei ricoveri per interventi chirurgici.
L’analisi dell’area dedicata ai tumori maligni, per il periodo 2019-2021, indica come la pandemia da COVID abbia ancora degli effetti sui volumi sebbene si riscontrino dei miglioramenti nella garanzia di ricevere gli interventi nella classe di maggiore urgenza – Classe A – da effettuarsi entro 30 giorni.
Il primo dato che emerge è che tra il 2019 e il 2021 ben 10 regioni su 21 abbiano peggiorato le loro performance sui tempi di attesa per quanto riguarda i tumori maligni.
Sempre sui tempi di attesa il portale di Agenas contiene anche i dati delle singole regioni sul rispetto dei tempi di attesa per gli interventi di classe di priorità A(30 giorni) per l’area cardiologica e per i tumori maligni mettendo anche a confronto il pubblico con il privato accreditato.
Da questo studio emerge anche come in generale nel privato i tempi siano molto più brevi.
In ogni caso praticamente in nessuna regione italiana si registra il rispetto al 100% dei tempi di attesa.
Occorre subito mettere mano al Piano Socio Sanitario e fare un piano per l’abbattimento delle liste di attesa“.