“In attesa di poter discutere in maniera compiuta su una proposta, allo stato inesistente, di nuovo Piano sanitario regionale che contempli e risolva tutte le criticità esistenti per garantire il pieno diritto alla salute dei lucani, la nefrologia lucana sconta una carenza diffusa di medici e infermieri, con una situazione molto complicata, soprattutto, nei centri dialisi di Chiaromonte e Villa d’Agri e il rischio concreto che il centro di Rionero in Vulture resti scoperto visto che a ottobre l’unico medico presente andrà in pensione”.
I consiglieri regionali del Partito democratico, Piero Marrese, Roberto Cifarelli e Piero Lacorazza, chiedono alla Regione Basilicata e, in particolare, al presidente Vito Bardi, di adottare provvedimenti concreti per tutelare i diritti dei dializzati, tenuto conto della situazione difficile del settore.
Hanno ricordato i consiglieri:
“In Basilicata ci sono 2 reparti ospedalieri, uno a Potenza e l’altro a Matera, e 12 centri dialisi, di cui 2 privati accreditati (Potenza e Policoro) e 10 pubblici.
Di questi, 2 sono in provincia di Matera (Tinchi e Matera), 1 al Crob di Rionero in Vulture, 6 sono di competenza dell’Asp ed 1 dell’Aor San Carlo.
La situazione è difficile, soprattutto, nei centri di competenza dell’Asp, con i casi citati di Chiaromonte e Villa d’Agri, dove non ci sono medici e i turni della dialisi sono coperti tramite convenzioni che l’Asp ha sottoscritto, sia con l’Asm, che con il San Carlo.
A Rionero, invece, come detto l’unico medico in servizio andrà in pensione a ottobre e, trattandosi, di un centro importante che dializza mattina e pomeriggio, dal lunedì al sabato, e i turni vengono coperti dai nefrologi del San Carlo.
Proprio il San Carlo è in grande difficoltà perché, dei 9 medici in totale di cui è dotato, almeno 3 andranno via”.
Marrese, Cifarelli e Lacorazza hanno poi fatto cenno alle convenzioni:
“Dovevano essere un fenomeno temporaneo e, invece, così non è stato.
Per questo ci associamo alla richiesta dell’Aned di convocare con urgenza il tavolo tecnico di nefrologia, dialisi e trapianti di cui fanno parte medici, pazienti e funzionari regionali, per capire quale visione la Regione le Asl abbiano per mettere in atto tutte le azioni sanitarie, della prevenzione al percorso terapeutico, e trovare in quella sede le soluzioni più idonee, che investono il pubblico ed il privato accreditato, insieme ai direttori generali di tutte e quattro le aziende sanitarie”.
Infine, i consiglieri Pd hanno chiesto lumi sul concorso unico regionale per l’assunzione di 5 nefrologi:
“Essendo terminata tutta la trafila burocratica – chiedono – perché non si procede alle relative assunzioni?”.