“Occorre percorrere strade alternative per assicurare l’assistenza agli anziani ed evitare truffe allo Stato”.
A sostenerlo, il consigliere regionale di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto:
“Suscita clamore e indignazione l’inchiesta giudiziaria che ha portato alla luce lo scandalo dei falsi invalidi nel capoluogo potentino.
Si parla di ripetuti reati commessi da una presunta associazione a delinquere operante a Potenza e dintorni in danno dell’Inps.
Dai dati di cronaca riportati da alcuni quotidiani locali trapelano particolari inquietanti, grotteschi, paradossali nel loro evolversi.
I presunti malavitosi sembrano abbinare, convinti, il loro operato ad una sorta di ‘intervento sociale’, necessario ad ovviare alle molteplici disattenzioni istituzionali e politiche.
Si portano avanti con un alibi fideistico, un credo coscienziale a favore dei presunti indigenti non solo umili ma anche dimenticati.
Una mera parvenza, frutto di fantasia illimitata, poiché a fruire degli illeciti vantaggi ‘di presunta giustizia sociale’ erano personaggi in perfetta salute, spesso in condizioni economiche non proprio disastrate.
Il dover prendere atto che prestazioni quali, ad esempio, l’indennità di accompagnamento escludano per poterne usufruire in toto il reddito del beneficiario finisce con il provocare forti perplessità ed equivoci ripetuti.
In poche parole anche un riccone come Bill Gates in Italia avrebbe tutti i requisiti per godere di una prestazione meramente assistenziale come l’accompagnamento, indispensabile, invece, per garantire una vita dignitosa a soggetti meno fortunati, non in salute ma, soprattutto, in condizioni economiche precarie.
Il sistema descritto si presta perciò a storture, congetture e a truffe di ogni tipo.
Alla fine, infatti, sono proprio gli indigenti a non avere i mezzi di sostentamento economico necessari per potersi fare assistere come oggi avviene praticamente in ogni famiglia da una badante.
Altro aspetto da non tralasciare è che queste donne in alta percentuale straniere in fuga dalla povertà dei Paesi di origine, mancano delle cognizioni più elementari su come debba essere praticata, svolta, concepita l’assistenza ad un anziano nei suoi molteplici aspetti, in primis quello sanitario , da non trascurare quello psicologico e morale.
Il fenomeno descritto produce, poi, come effetto collaterale che ingenti somme di denaro nostrano, si parla di una cifra vicina al miliardo annuo, varcano sistematicamente la frontiera, impoverendo i bilanci nazionali.
Nel contempo assistiamo, soprattutto nell’Italia meridionale, al dramma della disoccupazione o non occupazione con tantissimi giovani alla ricerca di un primo impiego.
Occorrerebbe, invece intraprendere un discorso etico, dagli indubbi vantaggi economici, capire che formare personale in grado di assistere sistematicamente a domicilio pazienti anziani costituisce un passaggio indispensabile per la nostra società.
Creare la figura del medico di quartiere in grado di intervenire in tempo reale, ben consapevole in maniera immediata delle esigenze del paziente, finirebbe con il costituire un risparmio considerevole per le strutture ospedaliere chiamate spesso ad intervenire per ricoveri inutili e molto costosi.
Una assistenza anziani strettamente domiciliare organizzata in toto con radici nostrane avrebbe una ricaduta straordinaria in termini occupazionali, garantendo senza dubbio un servizio meglio qualificato e corrispondente alle esigenze della comunità.
Porre le basi per creare un sistema che abbia le finalità sopra descritte costituisce un passo fondamentale per creare solidarietà, rispetto e forte senso etico tra cittadini di generazioni tanto lontane per età, ma vicine per ideali”.