“La sanità lucana è ben lontana dalla narrazione che se ne fa.
Se l’accelerazione della campagna vaccinale ci restituisce una condizione di generale normalizzazione, speriamo stabile, ciò non vale per la situazione complessiva dell’assistenza sanitaria offerta”.
È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Usciti dalla fase di piena emergenza epidemiologica occorreva strutturarsi per programmare e organizzare il sistema sanitario regionale verso la completa ripartenza di tutti i servizi per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini lucani.
Allo stato, non siamo ancora in questa condizione: basti pensare agli screening oncologici, ancora fermi dopo un anno e mezzo dal cambio d’appalto dalla Fora alla paralisi delle prestazioni sanitarie in particolare nel materano, alle tante problematiche che si affastellano nei presidi del nostro territorio che rischiano di determinare un vero e proprio divario di cittadinanza all’interno della nostra frastagliata regione.
Continuiamo a scontare, al di là di ciò che si racconta, la cronica fragilità del sistema, apparsa in tutta la sua drammaticità in quest’ultimo anno.
La perdurante carenza di personale, in particolare in alcuni presidi territoriali la condizione di isolamento dei nostri territori che richiederebbe un rafforzamento della sanità di prossimità, ma anche degli stessi presidi ospedalieri con un potenziamento in termini di risorse strumentali ed umane, continuano ad essere la spina nel fianco di questo governo regionale della sanità.
Abbiamo ormai servizi e singole unità operative dei vari presidi ospedalieri al collasso senza personale medico, che si reggono solo sul senso di responsabilità e abnegazione del personale presente e con il costante ricorso alle prestazioni aggiuntive.
Unità operative con un solo dirigente e personale ridotto al lumicino, costretto a turni di lavoro oltre il consentito, mettendo a repentaglio non solo la sicurezza dei pazienti ma del personale stesso.
Una sanità rattoppata, patchwork, ma con questo tratto comune nelle varie realtà territoriali dove si registrano condizioni di lavoro al limite e in alcuni casi il mancato rispetto delle norme a tutela del riposo, situazioni che mettono a rischio la qualità stessa dell’assistenza, laddove la garanzia della tutela dei pazienti è e dovrebbe essere l’obiettivo immanente al servizio sanitario.
E se consideriamo che abbiamo alle porte il periodo di ferie estive, possiamo ben immaginare quanto questo quadro peserà ulteriormente su una condizione già molto gravosa per gli operatori e per i bisognosi di cure. Appare evidente che, nonostante le promesse di assunzioni, il personale non aumenterà.
Ad oltre quattro mesi dalla definizione delle linee guida sui concorsi unici regionali non è partito un solo concorso, per nessuno dei profili della dirigenza medica e del comparto previsti.
Se apprendiamo che in eredità dal passato sono stati ricevuti concorsi procrastinati addirittura per consentire a qualche aspirante di conseguire la laurea – e su questo auspichiamo che la magistratura faccia le necessarie verifiche – non vediamo ancora una svolta tangibile sul fronte dell’avvio delle procedure di reclutamento.
La pandemia ha messo in evidenza quanto sia importante avere un sistema sanitario pubblico e uniforme su tutto il territorio, non possiamo rischiare di perdere questo insegnamento.
Chiediamo alla giunta regionale interventi immediati, abbandonando la politica dell’accentramento e del comando nella direzione del confronto e della trasparenza con le parti sociali”.