Ieri mattina, nella Provincia di Matera, a conclusione di indagini condotte dai Carabinieri di Matera congiuntamente ai Carabinieri per la Tutela del Lavoro, è stata data esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. di Matera, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 persone:
- Palade Cumpata Liliana Lucia, nata Romania, cl. 71, residente Scanzano Jonico (MT), bracciante agricola, già nota alle forze dell’ordine, attualmente detenuta presso la casa circondariale di Potenza, promotrice dell’organizzazione;
- Mazilu Aurel Dragos, nato Romania, cl. 80, residente Scanzano Jonico (MT), bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Matera, promotore dell’organizzazione;
- Zahiu Ciprian George, nato Romania, cl. 77, domiciliato Scanzano Jonico (MT), bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Matera;
- Vilceanu Filica, nato Romania, cl. 72, domiciliato Scanzano Jonico (MT), bracciante agricolo, già noto alle forze dell’ordine, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Matera;
- Mocanu Adriana Geanina, nata Romania, cl. 89, residente Scanzano Jonico (MT), bracciante agricola, incensurata;
- Valenza Paolo, nato Ginosa (TA), cl. 65, residente Scanzano Jonico (MT), imprenditore, titolare omonima azienda agricola, già noto alle forze dell’ordine;
- Santeramo Sara, nata Svizzera, cl. 70, residente Scanzano Jonico (MT), dipendente impresa agricola, già nota alle forze dell’ordine;
- Lospinuso Antonietta, nata Policoro (MT), cl. 72, residente Scanzano Jonico (MT), dipendente impresa agricola, già nota alle forze dell’ordine;
- Giordano Massimo, nato Montalbano Jonico (MT), cl. 72, residente Scanzano Jonico (MT), imprenditore, titolare azienda agricola “La Lucana Fruit Soc. Coop.”, già noto alle forze dell’ordine;
- Giordano Antonio, nato Martina Franca (TA), cl. 96, residente Scanzano Jonico (MT), imprenditore, titolare azienda agricola “Giordanfruit”, incensurato;
- Morrone Ciro, nato Gela (CL), cl. 79, residente Corigliano Calabro (CS) ma domiciliato in Policoro (MT), imprenditore, titolare aziende agricole “Contea Agricola S.r.l.” e “F.Lli Morrone S.r.l.”, già noto alle forze dell’ordine
ed ai domiciliari nei confronti di:
- Simone Giuseppe, nato Montalbano Jonico (MT), cl. 65, residente Scanzano Jonico (MT), impiegato presso l’ufficio anagrafe del comune di Scanzano Jonico (MT), incensurato,
mentre sono stati sottoposti:
- Barbalinardo Leonardo, nato Pisticci (MT), cl. 59, residente Marconia di Pisticci (MT), titolare patronato UIL – Agroalimentare, incensurato, alla misura dell’Obbligo di Dimora;
- Barbalinardo Alessandra Erminia, nata Pisticci (MT), cl. 84, residente Marconia di Pisticci (MT), dipendente presso patronato UIL – Agroalimentare, incensurata, alla misura dell’Obbligo di Presentazione alla P.G..
I principali reati contestati, a vario titolo, sono:
- Associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato) con carattere della transnazionalità (Artt. 416 e 603bis C.P., Art. 3 e 4 L. 146/2006);
- Estorsione (Art. 629 C.P.);
- Violenza privata (Art. 610 C.P.);
- Uso indebito di carte di credito (Art. 493 C.P.);
- Corruzione (Art. 321 C.P.).
Le indagini, originate dalla denuncia presentata nel maggio scorso presso la Compagnia Carabinieri di Policoro da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro, sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Policoro e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza, che nello stesso mese di maggio 2018 hanno effettuato n.4 fermi di indiziato di delitto di cittadini rumeni.
Le fasi successive delle attività investigative, sviluppate anche in ambito internazionale, hanno consentito di cristallizzare le responsabilità penali dei singoli appartenenti all’organizzazione criminale transnazionale, dedita alla intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, ed individuare il modus operandi della citata compagine che consisteva nel reclutare all’estero, tramite l’uso di social network (Facebook), i lavoratori, principalmente rumeni, i quali, una volta giunti in Italia, venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia ed intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati, individuati in Scanzano Jonico e Policoro.
Le vittime venivano alloggiate presso delle abitazioni a loro fittate forzatamente, il cui costo veniva loro automaticamente decurtato dal salario.
I lavoratori venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro all’ora, con una sola pausa per il pranzo di mezz’ora e sotto continue minacce ed intimadazioni.
Al sodalizio criminoso hanno preso parte anche alcuni titolari e gestori di aziende operanti nel settore orto – frutticolo, nonché un impiegato presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Scanzano Jonico e due sindacalisti di un patronato di Marconia di Pisticci, tutti raggiunti da misure cautelari.
Considerato l’arco temporale 2014 – 2018, il numero dei lavoratori sfruttati sono circa 200 e i profitti illeciti oltre un milione e trecentomila euro.
Corso operazioni perquisizioni sono stati rinvenuti documenti comprovanti le attività illecite per cui si procede e somma contante pari a 56.000 euro, sottoposti a sequestro.
Le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Matera, dr. Pietro Argentino, e dal P.M. d.ssa Annafranca Ventricelli; i provvedimenti cautelari sono stati emessi dal G.I.P. d.ssa Rosa Angela Nettis.
L’importante operazione contro lo sfruttamento dei lavoratori e l’odioso fenomeno del caporalato è il frutto dello sforzo sinergico dei Carabinieri del territorio lucano e di quelli specializzati nella tutela del lavoro, con il fondamentale apporto delle Stazioni Carabinieri, imprescindibili presidi di sicurezza e legalità per i cittadini.