In una nota, Pietro Simonetti (Coordinamento Tavolo Nazionale Anticaporalato del Ministero del Lavoro) dichiara:
“Nel 2018 il Ministero dell’Interno nell’ambito del recupero dei beni sequestrati alla mafia finanziò, su proposta del Comune di Palazzo San Gervasio, un progetto per la realizzazione di un Centro Antiviolenza e centro rifugio.
A distanza di due anni i lavori di ristrutturazione dell’immobile non sono iniziati.
Il rischio di non utilizzare il finanziamento accordato è concreto.
Il Centro antiviolenza rappresenterebbe, se realizzato, una importante struttura da inserire nella rete nazionale per combattere anche la tratta delle donne migranti che, specialmente nell’area del Bradano e Metapontino, si manifesta durante la raccolta dei prodotti agricoli e nei siti informali.
L’anno scorso una giovane nigeriana fu bruciata viva nell’ex ghetto della Felandina perché voleva uscire da controllo dei caporali.
La misura finanziata al Comune di Palazzo con il Pon Legalità è un intervento collegato ad azioni previste nel Piano Nazionale Anticaporalato ed è quindi necessario superare i ritardi accumulati e procedere con urgenza alla ristrutturazione dell’immobile e alla apertura del Centro.
Abbiamo segnalato alle strutture competenti e di controllo la situazione che si è venuta a determinare per lo sblocco dell’iniziativa”.