CERVELLI LUCANI IN FUGA: “GARANZIA GIOVANI NON BASTERÀ A FERMARLI”

Come vi avevamo annunciato sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande per Garanzia Giovani e Angelo Rosella, Segretario regionale di Italia dei Valori Basilicata, esprime le sue perplessità riguardo l’efficacia del programma sul contenimento della fuga dei ragazzi lucani:

“Non sarà certo la riapertura dei termini per la presentazione delle domande di tirocini extracurriculari a valere sul Programma Garanzia Giovani a fermare la grande fuga dei giovani dalla nostra regione.

 Purtroppo il Programma Garanzia Giovani da noi come nel resto d’Italia si è rilevato un flop: al 30 giugno scorso le registrazioni da noi erano 17.173 che si sono concluse con 15.401 ‘prese in carico’, vale a dire pratiche portate a termine burocraticamente con un minimo di assistenza e informazione ai giovani.

Per restare ai dai ufficiali, sempre al primo semestre dell’anno i giovani avviati dalla misura in Basilicata sono 5.417 a fronte di una spesa sostenuta che sfiora gli 11 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’attuazione delle politiche, il 47,9% dei giovani presi in carico dai servizi è stato avviato a un intervento di politica attiva.

Questo tasso di copertura presenta differenze a livello territoriale, attestandosi intorno al 55,7% nelle Regioni settentrionali e al 39,9% in quelle meridionali.

Il 70,2% delle azioni di politica attiva avviate è rappresentato dal tirocinio extra-curriculare.

Segue a lunga distanza il bonus occupazionale (14,6%).

La formazione per l’inserimento lavorativo è il terzo percorso più di uso (8,1%).

La formazione finalizzata al reinserimento nei percorsi rappresenta solo il 4,6%, mentre rimangono marginali gli interventi relativi al servizio civile, al sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità, all’apprendistato e alla mobilità professionale.

I ragazzi che hanno completato il percorso in Garanzia Giovani rappresentano il 90,7% di quelli avviati a un intervento.

Il tasso di completamento è più elevato per i giovani provenienti dalle Regioni meridionali.

Il tasso di inserimento occupazionale cresce al crescere del titolo di studio: si passa dal 49,6% dei giovani occupati in possesso di una laurea, al 37,2% di coloro che hanno la sola licenza media.

Anche i tassi di inserimento riferiti alle quattro classi dell’indice di profiling confermano le maggiori chance occupazionali dei giovani più ‘forti’.

In definitiva 200mila giovani laureati sono andati via dal Sud negli ultimi 15 anni.

Il Centro-Nord ha recuperato tutti i posti di lavoro perduti, noi siamo ancora sotto di 400mila.

Questa è una grande questione sociale, rischiamo la desertificazione delle aree interne.

        È evidente che per fermare la fuga del capitale umano ci vuole ben altro.

Servono più opportunità, misure adeguate per favorire il ricambio generazionale in tutti i posti di lavoro (pubblici e privati), reclutamento adeguato di laureati e specializzati e maggiore attenzione alle valutazioni che sono venute dal Ministro Calenda: mancano politici locali efficienti”.