Pubblichiamo di seguito le posizioni degli attivisti del Movimento 5 Stelle in merito alla situazione del cimitero comunale di Melfi.
“Quando una sepoltura diventa un privilegio per pochi, con buona pace della “livella” di Totò, e una visita ai propri defunti un rischioso attraversamento tra le macerie, è il caso di porsi di qualche domanda. Sono state proprio le lamentele, il malessere e le richieste di spiegazioni provenienti dai cittadini ad aver riportato con forza l’attenzione sulla questione del cimitero di Melfi.
Ad oggi, infatti, diversi luoghi del cimitero della città di Melfi sono inaccessibili o abbandonati all’incuria e al degrado, al punto che, in alcuni casi, è stato persino sconsigliato di raggiungere le cappelle dei propri defunti per motivi di sicurezza. Ci si chiede, a questo punto, se esista o meno un soggetto obbligato a fare manutenzione, se l’Amministrazione locale abbia o meno predisposto dei controlli e/o delle eventuali sanzioni.
Sì, perché l’Amministrazione di Melfi, come già denunciato dagli Attivisti nel 2015, ha affidato tutte le operazioni cimiteriali a un’impresa locale per un periodo di 30 ANNI.
A insospettire, già all’epoca, è stata la singolare procedura che ha condotto all’affidamento: a seguito di una delibera della Giunta fatta alla vigilia di capodanno 2013, l’Amministrazione ha deciso a favore dell’esternalizzazione (privatizzazione) dei servizi cimiteriali del Comune. La successiva gara d’appalto, poi, con due soli partecipanti, ha visto vincitrice un’impresa di costruzioni locali con aggiudicazione definitiva.
L’assegnazione di un servizio essenziale a un solo operatore risulta incomprensibile; attualmente, qualsiasi operazione, anche su cappelle private, sembra essere complicata senza interpellare l’unica ditta autorizzata, per di più a costi anticipati e ingiustificati.
Il pretesto è stato quello di risparmiare circa 70.000 euro, ma, di fatto, pare che tutti i costi siano stati scaricati sui cittadini.
Curioso, inoltre, è il fatto che questo tipo di concessione sia stata affidata adottando lo strumento della “Finanza di Progetto” (Project Financing), generalmente utilizzato per la costruzione di opere e infrastrutture a totale costo dell’impresa privata; non si ricorda, tuttavia, che sia stato mai utilizzato per gestire anche la custodia e la manutenzione ordinarie del cimitero, servizi considerati essenziali.
Questa decisione, inoltre, si ripercuote su tutte le piccole imprese artigiane locali, che traevano un profitto dalla vendita di marmi e accessori del settore, così come dalle varie manutenzioni.
L’amministrazione ha rinunciato alla cura di un servizio essenziale, affidandola a una sola ditta che agisce in regime di assoluto monopolio, imponendo dei prezzi inspiegabilmente soggetti a variazione.
L’aspetto più preoccupante di questa vicenda, a nostro avviso, è che l’Amministrazione comunale abbiacompletamente abdicato alla propria funzione politica di rappresentanza collettiva e di gestione dei servizi pubblici essenziali.
Così facendo, non solo l’Amministrazione ha rinunciato alla gestione di un servizio primario, ma ha anche interdetto qualsiasi possibilità di miglioramento per i prossimi 30 anni; alle future Amministrazioni saranno impedite, infatti, modifiche, possibilità di riqualificazione con progetti innovativi di tipo ecologico e qualsiasi altra iniziativa finalizzata a semplificare la gestione del cimitero e a renderla più vantaggiosa per i cittadini.
Basti pensare alla tecnica della cremazione che, in alcuni comuni, costituisce una valida alternativa al cemento. Bene, a Melfi non succederà, almeno per i prossimi 30 anni: a un servizio nuovo ed ecologico sono stati preferiti l’immobilismo e il monopolio.
Un’Amministrazione, questa, poco interessata ai bisogni dei suoi cittadini, ma anche assai “distratta” rispetto ad alcune sentenze del T.A.R. e del Consiglio di Stato (Sez. V n. 7899 del 2004), le quali hanno stabilito che l’apposizione di arredi votivi, le murature, i copri-tomba e altri servizi cimiteriali non sono operazioni riservate in via esclusiva al Comune, pertanto non possono costituire oggetto di trasferimento a terzi.
Di conseguenza, anche il fornitore degli altri servizi funerari gode, in tal modo, di un’ingiustificata posizione dominante, all’interno di un mercato in cui non è prevista alcuna forma di concorrenza.
Se così stanno le cose, ci si domanda chi sia il vero beneficiario di questa situazione. Di certo, non le casse del nostro Comune, dal momento che, con delibera n. 170 del 2015, quest’ultimo si è fatto carico di parte delle tariffe stabilite nel bando di gara che, guarda caso, era definito a costo zero.
Singolare la compensazione determinata su un imprecisato calcolo sui morti futuri.
Riepilogando: il Comune non ha ottenuto alcun risparmio, anzi ha dovuto attingere alle tasse dei propri cittadini; ha rinunciato alla gestione di un servizio essenziale, tradendo così la propria funzione politica e non effettua alcun controllo sulla effettiva efficacia del servizio reso.
Ci si domanda, allora: perché si è scelto di affidare in appalto esclusivo, non solo il servizio di manutenzione, custodia e sorveglianza delle aree cimiteriali (come avviene in tanti altri comuni), ma anche i servizi individuali di sepoltura che potevano essere svolti, in regime di libero mercato, dagli artigiani locali e dalle singole agenzie di pompe funebri?
E ancora: su quali basi sono stati determinati i prezzi di tali servizi? Perché autorizzare una concessione per un periodo di tempo così lungo? Non sarebbe stato preferibile ed equo affidare un simile progetto a sei imprese per 5 anni e non a una sola per 30 anni?
Esistono, infine, gli estremi per rivedere l’intero provvedimento?
Noi Attivisti del Movimento 5 Stelle di Melfi ci riserviamo di utilizzare qualsiasi strumento per segnalare eventuali vizi di legalità alla magistratura contabile e agli organi competenti”.