Riceviamo e pubblichiamo una nota congiunta degli ex assessori Fabrizio D’Andrea, Tania Di Vittorio e delle consigliere comunali Lucia Larotonda e Maria Antonietta Cella, che motivano la decisione di rassegnare le dimissioni dalla carica di consiglieri e contribuire così a decretare la fine anticipata dell’amministrazione Carretta:
“La cronaca politica raccontata alla comunità dall’ormai ex sindaco Antonio Carretta è molto diversa dalla realtà.
Abbiamo preso la decisione di dimetterci, insieme ai consiglieri di opposizione, a causa delle scelte antidemocratiche del sindaco e di parte della giunta, che si sono manifestate sin dall’insediamento dell’esecutivo.
Non abbiamo mai avuto la sensazione di appartenere a una squadra; così come grave è stata la totale assenza di dialogo, di confronto, di lavoro collegiale tra e con i membri dell’amministrazione.
Nonostante tutto, ci siamo spesi quotidianamente per adempiere con senso del dovere al mandato ricevuto dagli elettori.
Così l’8 agosto, gli assessori Fabrizio D’Andrea e Tania Di Vittorio hanno inviato al sindaco, a mezzo pec, una lettera per chiedere una verifica in maggioranza finalizzata a stimolare maggiormente l’azione amministrativa e ad avviare una dialettica democratica, fino a quel momento completamente assente.
La risposta di Carretta alla legittima richiesta è stata il ritiro delle deleghe di assessore nei confronti di D’Andrea, con una revoca che sapeva di reazione isterica piuttosto che politica.
Subito dopo l’assessore Di Vittorio, le consigliere Larotonda e Cella e il consigliere D’Andrea hanno costituito il nuovo gruppo consiliare di maggioranza “Lavello al Centro”, con l’unico obiettivo di stimolare una dialettica democratica e con richieste precise e circostanziate.
A conferma dell’esistenza di un clima poco democratico, la risposta del sindaco alla costituzione del nuovo gruppo consiliare di maggioranza si è concretizzata nella revoca della delega a Di Vittorio.
In questo modo il sindaco Carretta si è ancora una volta sottratto al confronto democratico con ben quattro consiglieri comunali che hanno contribuito al successo elettorale di maggio 2023.
Nei giorni successivi, per scongiurare la fine anticipata dell’amministrazione, un gruppo di persone vicine al sindaco e al vicesindaco hanno provato, inutilmente, ad aprire interlocuzioni con i consiglieri delle opposizioni, fino ad organizzare “riunioni politiche” anche con esponenti politici regionali e a promettere l’assessorato al bilancio, a esponenti della maggioranza e della minoranza, in cambio di una alzata di mano in Consiglio.
Il sindaco, come noto, lunedì ha rassegnato le dimissioni (sapendo bene che avrebbe avuto la possibilità di ritirarle entro 20 giorni) per prendere tempo e pur di non sottoporsi ad un naturale e doveroso confronto.
Ma gli è andata male, perché nove consiglieri si sono dimessi mettendo la parola fine all’amministrazione.
La crisi della maggioranza, in realtà parte da lontano.
Già dalla nascita della giunta, nel 2023, vi è stata la scelta divisiva, pur in presenza di professionalità adeguate fra i consiglieri eletti, di affidare un incarico di governo a un esterno.
Quando il sindaco nella proclamazione della giunta millantava che “ogni passaggio è stato condiviso” con il gruppo di maggioranza, dichiarava il falso.
La giunta è stata nominata senza alcuna condivisione.
In un preconsiglio di inizio legislatura in tanti, anche chi attualmente ricopre il ruolo di assessore, lamentavano la presenza in giunta del vicesindaco esterno pro tempore (lo definiamo così perché, come assicurato dal sindaco Carretta, avrebbe dovuto rimanere in carica al massimo un anno).
Il malcontento era tale da sedersi a un tavolo con quattro consiglieri di maggioranza, per raccogliere le firme, tutto dimostrabile e far cadere l’amministrazione Carretta a distanza di appena dieci giorni.
Tale iniziativa non ha visto la luce per via della indecisione o delle “opportunità” che un consigliere ha intravisto per il suo futuro.
Per quanto riguarda il vicesindaco esterno, parlano i fatti: inadeguatezza nel ricoprire il ruolo assegnatogli e continua assenza in consiglio. In base a quanto abbiamo riscontrato non vi è stata alcuna intercettazione da parte del vicesindaco pro tempore di risorse regionali, ma esclusivamente di risorse provenienti dal Bilancio e dai Ministeri.
Alla luce di quanto detto rimandiamo al mittente le accuse rivolteci dal sindaco di tradimento e di presunti complotti e ricatti nei suoi confronti, atteso che a fronte di richieste chiare si è sempre sottratto al dialogo ed al confronto democratico.
Per noi la politica è esclusivamente passione, impegno civico disinteressato, dare senza prendere.
Avere un paese più organizzato, un paese in cui i servizi per i cittadini funzionino, un paese in cui si pratichi l’imparzialità, un paese economicamente stabile e in grado di garantire lavoro e benessere: ecco, è esattamente in questo che il sindaco ha totalmente fallito”.