“L’area di Monte Crugname è incompatibile con una Cava”. E’ questo il contenuto di una delibera della Giunta Valvano approvata ieri sera che ne spiega le ragioni e dà mandato al sindaco di chiedere alla Regione Basilicata di cancellare il procedimento di Via, al Commissario del Parco del Vulture di convocare una specifica Assemblea ed all’area Affari Legali del Comune di predisporre il ricorso al Tar.
“In via preliminare si evidenzia la particolarità della fase finale del procedimento – ha detto il sindaco Livio Valvano – imprevedibilmente concluso nel pieno della emergenza sanitaria COVID-19, nonostante la speciale disciplina normativa contenuta nel D.L. n.18/2020 sulla sospensione dei termini per tutti i procedimenti amministrativi. Particolarità che ha portato a concludere il procedimento in uno dei periodi più difficili per l’intero Paese. Non per polemica ma per avere un riferimento di paragone, analoga efficienza non la si riscontra per il procedimento relativo alla procedura di bonifica del sito inquinato dell’inceneritore di Melfi (ex Fenice), dove, fra l’altro, vi sarebbero motivi di evidente urgenza determinati dalla riscontrata presenza di ulteriori inquinanti.
L’ Amministrazione di Melfi, impegnata totalmente e per le proprie competenze nella gestione della emergenza sanitaria a sostegno della popolazione, è stata di fatto preclusa la possibilità di esaminare gli atti che sono stati depositati “nell’ultimo miglio” di un procedimento estremamente complesso e delicato”. La delibera di Giunta traccia un excursus sull’iter relativo al procedimento di Via ed una ricognizione sotto il profilo naturalistico e da punto di vista storico ed archeologico delle ragioni di incompatibilità di una Cava nell’area del Monte Crugname. Per il sindaco Valvano “in un’epoca di grande riscoperta e valorizzazione di questo straordinario monumento qual’è la Via Appia antica, che si configura sempre più come un importantissimo corridoio culturale e turistico capace di interconnettere la nostra città e la nostra regione a realtà culturali e turistiche altrimenti inimmaginabili, sarebbe anacronistico e delittuoso consentirne lo scempio, irreversibile, in conseguenza della realizzazione della Cava”.
“Si tratta di elementi sopraggiunti nel procedimento – prosegue Valvano – grazie alla valutazione del 5/12/2019 della Soprintendenza, che impongono a tutti gli Enti coinvolti la revisione dei pareri già rilasciati e la più coerente decisione di annullare il procedimento. Per questo il Comune è impegnato anche ad assumersi l’onere e la direzione di una preventiva attività di studio storico ed archeologico, un’attività che deve essere indipendente e non può essere affidata alla società che vuole realizzare la cava. L’invito a tutte le Istituzioni di rivedere e riapprofondire la complessa procedura nel tentativo di perseguire il bene comune”.