I consiglieri regionali del Pd, Cifarelli e Pittella, si rivolgono al Presidente Bardi con una lettera aperta che pubblichiamo di seguito:
“Gentile Presidente,
torniamo con questa nostra a sollecitarla rispetto ai temi che il tempo che viviamo ci impone di affrontare con solerzia e al contempo con sguardo lungo e spirito di collegialità.
Già nello scorso Consiglio regionale abbiamo avuto modo di esprimere le nostre preoccupazioni, che sono quelle di tanti cittadini ed operatori, e riteniamo necessario riportarle alla sua attenzione perché si adottino misure e provvedimenti conseguenti.
Il Consiglio, ce lo consenta, non può essere dibattito sterile né ridursi a comunicazioni sporadiche, che trovano attuazione solo in un tempo brevissimo, se non vengono prima smentite dai fatti.
Questa delicata e complessa fase storica impone al governo regionale una seria e quanto mai necessaria programmazione sanitaria basata su due elementi: la gestione dell’epidemia ed il normale funzionamento della sanità.
Converrà con noi che non è possibile, a distanza di mesi e con un tale aumento dei contagi, essere ancora oggi alla ricerca delle strutture sanitarie per i Covid e converrà che non è tollerabile che gli ospedali non siano più in grado di erogare altre prestazioni sanitarie di cui i cittadini necessitano. Se non fosse reale, sarebbe folle.
Eppure, ad oggi vediamo ambulanze in fila dinanzi al San Carlo in attesa di ricoveri, pronto soccorsi – come quello di Melfi – allo stremo, reparti smantellati e in alcuni casi focolai di contagio, medici di medicina generale in trincea ma con armi scarse.
Tutto ciò Presidente, la richiama ad una urgente riflessione e ancor più, ad una veloce azione. A distanza di una settimana dal suo annuncio, sono stati individuati i presidi per gli asintomatici e paucisintomatici? E ancora, i laboratori privati sono già in grado di supportare il servizio pubblico nell’effettuazione dei tamponi? Questi temi non sono più rinviabili o superficializzabili.
E ci consenta di aggiungere altre poche considerazioni. La prima: la collaborazione istituzionale non può essere solo esercizio retorico ma deve essere vero momento di concertazione soprattutto per i sindaci.
A maggior ragione, con quelli delle “zone rosse”. La seconda: i trasporti. Non basta chiudere le scuole – come noi stessi abbiamo richiesto – se non si riorganizzano nel complesso, anche pensando alla mobilità al servizio dei lavoratori. Ed infine, ma non da ultimo, la programmazione più globalmente intesa. Rispondere all’emergenza anche con sussidi per le attività economiche è necessario ma non può essere bastevole.
É come dare una scialuppa di salvataggio in mezzo all’oceano senza vedere la terra ferma.
A noi, e a Lei che governa, tocca indicare traiettorie ed approdi, con una seria programmazione regionale che tenga conto di fondi a disposizione e vocazioni territoriali che non possono essere represse. In altre parole, una visione della Basilicata.
Più volte nei nostri interventi le abbiamo sottoposto proposte e continueremo a farlo, auspicando però che trovino attuazione. Siamo dalla parte dei lucani, consapevoli che quello che stiamo vivendo non si ferma con le mani ma si gestisce con testa e cuore, e con una chiara strategia”.