Coronavirus: cerimonia a Lavello in memoria delle persone sepolte senza un rito funebre

“Ogni anziano che muore è una biblioteca che brucia sul fuoco” .

Queste le parole di un formidabile pensatore, scrittore, antropologo africano del ‘900, che sintetizzano in modo efficace la perdita alla quale assistiamo, disarmati ed impotenti in questo tragico tempo.

Viene interrotta, non solo una vita, ma quella che è la definizione stessa di educazione: la trasmissione di conoscenza, di saperi, del saper fare, delle storie, dei valori, da una generazione ad un’altra.

Ecco perché è doveroso, indispensabile il nostro rispetto, la nostra devozione, il deferente saluto per quanti ci hanno lasciato in queste tristi giornate, senza ricevere nemmeno il conforto e la presenza dei propri cari, con un rito funebre sbrigativo ed essenziale per evitare rischi sanitari di contagio.

Con queste considerazioni il Sindaco della Città di Lavello, Sabino Altobello,  accompagnato dal Vice Sindaco, Franco Finiguerra, a nome di tutta la Comunità Locale, ha voluto simbolicamente ricordare tutti i defunti di quest’ultimo periodo e rivolgere un pensiero alle giovani vite perse, anche nella nostra Regione e ricordando le migliaia di vittime in tutta la nostra amata Italia.

Prosegue la nota:

“Il Comune di Lavello ha organizzato questa mattina una cerimonia semplice nel nostro cimitero con la deposizione di alcune piante e fiori.

Un ringraziamento a Don Tommaso Garzia, al Comandante dell’Arma dei Carabinieri, al Comando della Polizia Locale, all’ANPAS ed alla Croce Rossa Italiana ed alla dipendente comunale custode del cimitero.

Abbiamo voluto, ha aggiunto il Sindaco, deporre delle semplici piante che sono il segno del rispetto nei confronti dei nostri defunti, ma anche della speranza che nutriamo per il futuro della nostra Città”.