Preoccupa il focolaio che ha interessato l’Istituto di Riabilitazione dei Padri Trinitari di Venosa.
Ecco quanto scrive alla nostra Redazione Dott. Francesco Deramo:
“Sono genitore di un ragazzo ricoverato presso l’Istituto di Riabilitazione dei Padri Trinitari di Venosa.
Allertato da notizie trasmesse da stampa e notiziari regionali, tanto vaghe quanto allarmanti, ho deciso, da subito, di acquisire informazioni precise, e da fonte autorevole, sullo stato di salute di Salvatore, mio figlio.
Su esplicita, insistente richiesta, solo il 3 settembre 2021, mi è stato concesso di parlare con il Direttore Sanitario della struttura, dott. Giuseppe Di Leo.
Possedevo indicazioni generiche: mio figlio Salvatore Deramo, immunodepresso grave, presentava sintomi da Sars Covid 19. Me ne dava notizia un assistente sociale, non in grado di precisare altro.
In data 31 agosto, alle ore 12,43, la comunicazione scritta del Rettore della struttura, datata 20.08.2021, inspiegabilmente corretta a 30. 8.2021, mi notificava che il “Centro è alle prese con un focolaio COVID”.
Nessuna utile precisazione in ordine alla numerosità dei contagiati, al numero dei sintomatici, alle categorie dei soggetti coinvolti, segnatamente assistiti – assistenti, nessuna rassicurazione circa misure adottate in condizione emergenziale.
Oggi, 04 settembre 2021, alle ore 17:00, la notifica che mai avrei voluto giungesse: il dottor Giuseppe Di Leo comunicava, che mio figlio era stato ricoverato d’urgenza presso l’Ospedale di Potenza.
Il trasferimento in quella sede si era reso necessario e urgente, dal momento che il livello di saturazione di ossigeno era sceso al valore di 85%, dato tanto più allarmante se si considera che Salvatore è affetto da importante lordosi, che di base ne riduce la capacità respiratoria.
Mi si informava che nella notte appena trascorsa la temperatura, che aveva raggiunto i 39 gradi, era stata contenuta con somministrazione di Tachipirina 1000 e cortisone.
Rintracciare il figlio ricoverato a Potenza è risultato difficile oltre ogni attesa, poi, tale dottor Del Monaco, del Pronto Soccorso, non ancora compiutamente informato, finalmente risponde: “suo figlio è qui da un’ora e mezza e a noi è stato consegnato senza uno straccio di documentazione. Stiamo facendo gli accertamenti necessari”.
A questo punto mi interrogo e domando.
Considerando che tutta la struttura, assistiti, assistenti, operatori, dirigenti, tutti, senza eccezioni, hanno ottenuto doppia dose vaccinale, come è possibile che percentuale così alta, che a dar retta a dati ufficiosi tende al 100%, a leggere dati ufficiali poco se ne discosta, come è possibile che in così tanti, senza distinzione tra immunodepressi e soggetti normalissimi, siano risultati non protetti, contraddicendo quanto si documenta nel resto d’Italia, in Europa, nel mondo intero.
Come è possibile che il ceppo virale che imperversa nell’Istituto di Riabilitazione dei Padri Trinitari di Venosa sia stato in grado di bypassare una protezione vaccinale, dovunque protettiva, e lì, e solo lì, inefficiente e inefficace.
Darò per scontato che sia stato somministrato vaccino giusto, in dose corretta, con tecnica appropriata; darò per scontato, che gli intervalli tra le due somministrazione siano stati quelli protocollari, e per la seconda volta domando: come è possibile che percentuale così alta di vaccinati sia risultata non responsiva a immunoprofilassi ultrasperimentata, ad oggi, 4 settembre, risultata efficace su 37 milioni e duecentomila persone doppiamente vaccinate. Questo per limitarci alla sola Italia.
Come è possibile che oggi l’Rt nazionale sia sceso al disotto dell’unità e nell’Istituto risulti incalcolabile, come è possibile che il tasso di positività, sempre ad oggi, sempre in Italia, risulti pari a 1,86 e nell’Istituto la positività cumulativa mostra scostamenti paradossi, incomprensibili, a prima vista impossibili.
Se tanto si apprende oggi, tantissimo si ignora di ieri e del passato prossimo, necessaria premessa agli eventi e ai numeri odierni.
Questi gli effetti, le cause determinanti ed efficienti sono nelle due, tre, quattro settimane trascorse.
Una Commissione qualificata, terza e obbiettiva, sollecitamente attivata da Ministero della Salute, Regione Basilicata, ASP di Potenza, da qualsiasi Autorità avente interesse e titolo ad accertare e dare risposte, pare al momento unico mezzo per acquisire elementi utili a far luce su tali e tanti paradossi.
Sono numeri che insospettiscono dal punto di vista epidemiologico, sconcertano sotto l’aspetto matematico statistico, terrorizzano dal punto di vista umano.
Cosa sta succedendo, in realtà, in quell’Istituto, cosa è successo nelle settimane immediatamente precedenti, a chi sono affidati i controlli, sono state per caso omesse le doverose, tempestive segnalazioni, per caso sono state ignorate le buone pratiche (a partire dai DPI), sono state violate norme sul contenimento della diffusione pandemica?
Domande che tormentano chi si interroga sulla salute di quella gente, nessuno escluso: operatori, assistiti, compreso mio figlio, Salvatore Deramo.
Invito perciò tutti, anche la Magistratura, ad effettuare, con urgenza estrema i necessari accertamenti.
Fornire dati veritieri e solleciti alle famiglie, difendere gli ospiti, proteggere gli operatori è dovere.
Nel Centro dei Padri Trinitari di Venosa dove si è verificato un caso, credo, unico, anziché cercare di capire il perché di un ritorno di COVID ad un gran numero di ospiti e operatori tutti regolarmente vaccinati con doppia dose, si cerca:
– di “giustificarsi”, non so da cosa;
– di “minimizzare”, non capisco il perché;
– si tenta consapevolmente di “snaturare il senso e ignorare il merito dello scritto” di quel padre che poneva domande precise, in forma diretta, non equivocabile da alcuno in buona fede;
– “nulla si dice” in ordine all’esigenza di cercare le ragioni dell’epidemia registrata, tanto da dover ricoverare d’urgenza, in ospedale a Potenza due pazienti, tra cui mio figlio, autistico grave.
Mio figlio, dal Pronto Soccorso, pur da me interpellato, è stato rilasciato dopo tre ore, dopo gli opportuni accertamenti, non ravvisando le ragioni di un ricovero.
Intanto, le notizie fornite a mezzo TV che mi tocca registrare, non danno segni di sostegno alla ricerca delle motivazioni del nuovo focolaio infettivo e della riaccensione epidemica nei confronti della quale verifico che non c’è la doverosa e compiuta percezione, né le adeguate iniziative e le necessarie richieste alle Istituzioni competenti circa i necessari approfondimenti che con la presente avverto il dovere di ripresentare.
Resto fiduciosamente in attesa di cortese riscontro.
Il sottoscritto, con le rigorose domande tecniche inoltrate, non ha altre finalità che cercare di avere per tutti gli operatori, per tutto il personale, per tutti i ragazzi, tra cui mio figlio, le necessarie assicurazioni e le dovute informazioni.
Si sta verificando, drammaticamente, la situazione di chi, anziché guardare la luna, incredibilmente si ferma a guardare il dito”.