Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di USB:
“Ieri l’ennesimo caso di un lavoratore Fca risultato positivo al Covid-19.
Secondo quanto riportato dai sindacalisti presenti alla videoconferenza di ieri, l’azienda avrebbe comunicato del nuovo caso di contagio e informato i presenti di aver ridotto la catena dei contatti a sole cinque unità.
Usb è stata contattata da alcuni lavoratori, i quali hanno riconosciuto nel proprio collega la persona risultata positiva al virus, poiché lo stesso ha reso pubblico il suo stato di salute.
I lavoratori hanno quindi informato Usb del fatto che il collega risieda a più di un ora di viaggio dalla zona industriale di San Nicola di Melfi.
Vista la lunga distanza è presumibile che il lavoratore utilizzi i mezzi pubblici per recarsi in fabbrica.
Se così fosse, ma su questo dovrebbe rispondere Fca, i lavoratori esposti al contagio potrebbero essere molti di più.
Al di là del viaggio, risulta comunque difficile credere che alla Fca di Melfi i contatti tra lavoratori possano essere limitati a numeri così bassi.
Ecco perché i dati forniti dall’azienda sulla mappatura dei contatti non appaiono credibili.
Usb a questo punto si chiede che ruolo stiano avendo gli organi di controllo in questa fase.
Il personale specializzato di ASL, ITL, la Prefettura, il NAS non ritengono poco plausibile che un lavoratore venga a contatto con soli cinque colleghi pur trascorrendo otto ore in uno stabilimento di migliaia di persone e che verosimilmente viaggi per almeno due ore su pullman pieni al limite del consentito?
Che cosa sta succedendo veramente?
Che cosa non si dice fino in fondo ai lavoratori?
A questo punto l’azienda non può più tergiversare, deve assumersi la responsabilità e i costi per far fare i tamponi a tutti i lavoratori, fermi immediatamente la produzione e faccia sanificare tutto lo stabilimento”.