Crisi idrica nei territori di Lavello, Melfi e Montemilone: il Vescovo Fanelli al fianco degli agricoltori e alle loro famiglie. L’appello

In merito alla crisi idrica, così Monsignor Ciro Fanelli VEscovo della Dioecesi di Melfi – Rapolla – Venosa:

“Unisco la mia voce a quella degli agricoltori della Valle dell’Ofanto e dei territori di Lavello, Melfi e Montemilone che chiedono risposte urgenti per dare certezza al loro lavoro e alle loro famiglie.

Infatti, sia in sia in occasione della Visita Pastorale e sia in queste ultime ore ho accolto con profonda e sincera apprensione l’allarme che si leva dagli agricoltori della Valle dell’Ofanto e dei territori di Lavello, Melfi e Montemilone.

Essi sono i custodi di una terra generosa, oggi messa a dura prova dall’emergenza idrica e dalla crisi industriale, due piaghe che scuotono non solo la sicurezza delle nostre comunità del Vulture-Melfese, ma anche le nostre coscienze.

La siccità e la gestione delle risorse idriche hanno prostrato un intero comparto, quello agricolo in particolare, con conseguenze drammatiche per il lavoro, le famiglie e il tessuto sociale del nostro territorio.

In questo problematico contesto, che accentua sofferenze e incertezze, apprendo con soddisfazione che la Regione Basilicata ha assegnato fondi per il recupero della Diga del Rendina.

Questa scelta può diventare un segno di speranza e può contribuire a far ripartire una possibilità concreta di riscatto del nostro territorio e del mondo agricolo in particolare; auspico che questa attenzione si possa concretizzare così da far diventare l’attenzione al mondo agricolo una delle priorità strutturali per la crescita economica delle nostre comunità; infatti, l’agricoltura è una delle vocazioni specifiche della terra di Basilicata.

Confido, pertanto, nell’impegno di quanti hanno ruoli di responsabilità nelle istituzioni. Questa infrastruttura potrebbe diventare un’opera segno nella nostra Regione, tale da poter sostenere sforzi e fatiche dei nostri agricoltori ed aprire in questo modo anche squarci concreti di opportunità per il futuro.

Il mio auspicio è che nel dialogo franco e collaborativo fra tutte le forze in campo, animate dal bene comune, si possa operare con unità di intenti e fermezza d’azione per salvaguardare un bene di eccellenza della nostra Regione.

Chiedo, a coloro che hanno responsabilità istituzionali, di mettere in campo ogni sforzo, anche ricorrendo a misure straordinarie, per dare concretezza ad attese e speranze!

Dalle interlocuzioni che ho avuto in queste ultime ore con i rappresentanti del mondo agricolo della Valle dell’Ofanto e dei territori di Lavello, Melfi e Montemilone, resto sempre più convinto che non solo è imprescindibile un impegno corale delle istituzioni, ma anche che esse si debba procedere con tempestività, scongiurando ritardi e inefficienze.

L’acqua, insegna Papa Francesco facendo eco alla Dottrina sociale della Chiesa, non è solo una risorsa: è un diritto fondamentale.

È condizione essenziale per la dignità di chi, con fatica e sacrificio, coltiva la terra e nutre le nostre comunità; in ogni messa il Sacerdote celebrante presentando il pane per l’Eucaristia prega dicendo: “benedetto sei tu Signore, Dio dell’universo, dalla Tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo”.

Per questa ragione, umilmente, spinto unicamente dalla paternità evangelica, senza invadere competenze e ruoli altrui, unisco la mia voce a quella di quanti chiedono un intervento rapido e risolutivo.

La dichiarazione dello stato di emergenza idrica potrebbe essere una via da percorrere. C’è, infatti, l’urgenza assoluta da parte degli agricoltori di avviare l’annuale programmazione agricola.

Agli agricoltori, ai lavoratori dell’indotto e alle loro famiglie esprimo la mia più sentita e paterna vicinanza e solidarietà.

La loro “battaglia” per l’acqua è una battaglia di giustizia, di dignità e di futuro.

Come cristiani, non possiamo rimanere indifferenti davanti alle sofferenze di chi, con il proprio lavoro quotidiano, contribuisce al bene comune e alla solidità economica della propria famiglia.

Solo camminando insieme, con fiducia e senso di responsabilità, si può fare in modo che l’acqua torni a essere fonte di vita e di prosperità per la nostra terra”.