“Il depuratore di Genzano di Lucania rientra tra le situazioni più critiche sul fronte del trattamento delle acque reflue, essendo in procedura d’infrazione e contribuendo al disastro ecologico che affligge i nostri mari e al peso economico che grava sul Paese, con una sanzione europea che ammonta a 30 milioni di euro per ogni semestre di mancata messa a norma della struttura.”
Così la deputata Caterina Licatini, componente della Commissione Difesa e della Commissione Ecomafie, dove da tempo conduce una lotta serrata contro le inefficienze degli impianti di depurazione.
Prosegue Licatini:
“Per l’adeguamento dell’impianto cerco da mesi di istaurare un dialogo con le istituzioni locali. Ho effettuato una serie di solleciti e di richieste, ma dopo 9 mesi né l’amministrazione di Genzano né il gestore dell’impianto hanno risposto.
Vedere che il lavoro coordinato dalla Commissione Ecomafie subisce una battuta d’arresto a causa della
superficialità della politica locale è uno spettacolo sconfortante.
Un esito che non fa bene ai cittadini, non fa bene all’ambiente, non fa bene a Genzano né a tutto il Paese. La politica è fatta per costruire, ed il mio impegno in questa situazione è nell’interesse di tutta la collettività genzanese.
Ho già fatto ricorso all’Autorità Nazionale Anticorruzione, vogliamo capire soprattutto la finanziabilità dell’opera che nel sopralluogo dello scorso aprile a detta di AQL non c’è più. Tuttavia confido che le risposte e la disponibilità che si attendono da tempo giungano tempestivamente a scongiurare l’ipotesi di ricorrere ad alternative più drastiche”.