Al Sud solo il 50% degli studenti comprende quello che legge e sono forti le disuguaglianze tra scuole e classi.
La scuola italiana non è tornata ai livelli della pre-pandemia e i livelli medi di preparazione sono inferiori al 2019, inoltre persistono e si allargano i divari territoriali con il Nord e aumenta l’abbandono scolastico e anche quello di chi arriva al diploma senza avere le competenze necessarie.
Pur se la Basilicata fa meglio rispetto alle altre regioni meridionali, lo scenario è particolarmente presente in alcune realtà del Mezzogiorno, dove solo un ragazzo su due delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e addirittura due studenti su tre (il 35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese.
Lo dice il Rapporto Invalsi 2023 (ente di ricerca del ministero della Pubblica istruzione) presentato qualche giorno fa a Roma.
Così l’on. Chiara Gemma, europarlamentare di Ecr-Fdi:
“Vista la situazione è diventato ancora più urgente mettere in atto gli interventi previsti per il raggiungimento dell’Obiettivo 4 dell’Agenda Ue 2030, che tutti gli Stati membri dell’Unione si sono impegnati ad attuare per affrontare le disuguaglianze.
Garantire a tutti il diritto all’istruzione e avere un buon livello d’insegnamento è il modo per sfuggire dalla trappola della povertà sociale, economica e culturale.
Ed è il modo per garantire migliori possibilità e benessere.
Occorre una strategia che punti a orientare i ragazzi nel creare una prospettiva progettuale per il loro futuro.
Le scadenti performance di apprendimento e gli abbandoni prematuri incidono sulla replicabilità delle disuguaglianze tra generazioni e rischiano di spingere ancora più verso il basso le regioni geografiche dove questo fenomeno è già presente.
Serve un’azione strutturale sull’orientamento rivolto agli studenti, perché da un lato influisce sulla durata e sull’indirizzo di studi scelto, dall’altro è conclamato che scelte non appropriate fanno crescere la probabilità di dispersione scolastica“.