DOMANI MEDAGLIA D’ONORE PER GIOVANNI DI BARILE INTERNATO NEI LAGER NAZISTI. QUESTA LA SUA COMMOVENTE STORIA

Domani Venerdì 2 Giugno, in occasione del 71esimo anniversario della fondazione della Repubblica, in piazza Prefettura a Potenza, sarà conferita la Medaglia d’Onore (voluta dal Presidente della Repubblica) alla memoria del lucano Iorio Giovanni, per essere stato internato nei lager nazisti e costretto al lavoro coatto per l’industria bellica.

Ad annunciarlo proprio la nipote di Giovanni, Nunzia Iorio, che ha realizzato un minuzioso lavoro di ricerca per ricostruire la storia di suo nonno, originario del Vulture-Melfese.

Il signor Giovanni partì per la guerra nel Novembre del 1940, lasciando a casa la moglie incinta e un bimbo di soli 2 anni.

Durante l’addestramento conobbe Antonio Sepe, di Ginestra, con il quale condivise tutta l’esperienza bellica, ma entrambi rimasero come fratelli per tutta la vita.

A Marzo del 1941 sbarcò in Albania, dove combatté con la divisione Arezzo fino al 23 Aprile 1941, per poi svolgere funzioni di rastrellamento nella zona di Korca, riportando anche l’amputazione parziale di tre dita, qui fu catturato dai tedeschi il 16 Settembre 1943 e condotto in Germania nello stalag VII A di Moosburg, vicino Monaco, dove vi rimase fino al 29 Aprile 1945,quando gli americani li liberarono.

Arrivò a piedi al Brennero circa un mese dopo, poi successivamente a Barile, dove trovò i figli ormai cresciuti, i quali, ovviamente non lo riconobbero.

Antonio, invece, fu deportato nel campo V A e tornò a casa nel Luglio del 1945.

Nunzia ci ha raccontato:

“Ho deciso di riportare a galla questa storia a 72 anni dalla fine del conflitto proprio per tener viva la memoria.

Ho ricercato documenti, ho cercato di ricostruire i percorsi, ho chiesto a tanti enti, persino in Germania per conoscere a fondo queste vicende.

Ho cercato i fogli matricolari e le schede di prigionia proprio per capire qualcosa di più.

Ad un certo punto ho capito che gli sarebbe spettata questa Medaglia e non ho esitato a presentare domanda, sapendo che, se fosse stato ancora in vita, ne sarebbe stato fiero e avrebbe pianto come un bambino.

A lui, al grande uomo che è stato, dedico oggi questa giornata.”

Un plauso a questi due uomini per aver combattuto la guerra e per aver vinto la battaglia della vita.

IORIO

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