Il Governo a lavoro sull’emergenza siccità.
Secondo quanto si apprende da tgcom24:
“Il governo preparerà un decreto legge sull’emergenza siccità, con l’individuazione di un supercommissario ad hoc.
E’ quanto è stato deciso al tavolo sulla crisi idrica a Palazzo Chigi.
Si provvederà, inoltre, alla costituzione di una ‘cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con Regioni e enti territoriali’.
L’obiettivo è ‘individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie’ e ‘avviando una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica’.
Al tavolo presieduto da Giorgia Meloni, dicono a Palazzo Chigi, hanno preso parte i ministri Matteo Salvini, Francesco Lollobrigida, Raffaele Fitto, Gilberto Pichetto Fratin, Roberto Calderoli, Nello Musumeci, il viceministro Vannia Gava e infine i sottosegretari Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli.
Il governo lavorerà ‘a un provvedimento normativo urgente – dice la nota del governo – che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità’.
Il commissario straordinario che sarà individuato avrà ‘poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla cabina di regia’.
Lollobrigida: 8 miliardi fermi per eccesso di burocrazia Rispondendo a interrogazioni al Question Time alla Camera sulla siccità, Lollobrigida ha detto che bisogna ‘assumere soluzioni strategiche definitive e pianificate in modo adeguato’.
Il ministro ha poi detto che si tratta di una questione ’emergenziale’ nell’ambito degli eventi di quest’anno, che diventa però ‘strutturale negli ultimi 20 anni perché siamo al quinto evento siccitoso che poteva essere affrontato in modo diverso nella previsione e nell’utilizzo delle risorse’.
Ha quindi chiarito che a disposizione ci sono quasi 8 miliardi ‘che sono lì da qualche anno con l’impossibilità di essere spesi per ragioni burocratiche e normative su cui bisognerà intervenire rapidamente’.
Rischio sete per 3,5 milioni di italiani, ipotesi razionamento acqua Tre milioni e mezzo di italiani rischiano di avere l’acqua razionata dai rubinetti.
L’allarme lo ha lanciato l’Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di bacino.
‘Dati alla mano, è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può giù essere data per scontata’, dichiara il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi.
Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccità severa od estrema.
L’Anbi diffonde un bollettino sconfortante della crisi: neve sulle Alpi che si scioglie, laghi del Nord al minimo, Po in sofferenza, ma anche fiumi del centro che si seccano.
In compenso, al Sud gli invasi sono pieni, e bisogna svuotarli in mare.
Per i consorzi di bacino, serve tappare subito i buchi degli acquedotti (perdono il 40% dell’acqua), e costruire nuovi laghi per accumulare l’acqua piovana (ne raccogliamo solo l’11%).
La siccità è una condizione climatica che si verifica quando c’è una prolungata carenza di precipitazioni, con conseguenti riduzioni nella disponibilità di acqua naturale.
La siccità può causare danni ai raccolti agricoli, ridurre la produzione di energia idroelettrica e influire sulla qualità dell’aria e sulla disponibilità di acqua potabile.
La siccità è una condizione ambientale in cui piove pochissimo o non piove affatto per un lungo periodo.
La siccità può essere causata da vari fattori come la mancanza di precipitazioni, le temperature elevate, i cambiamenti climatici o le attività umane”.