Non si placano le polemiche dopo la sentenza che ha annullato l’accusa di disastro ambientale provocato dall’inceneritore ex Fenice di Melfi.
Il Comitato Diritto alla Salute di Lavello, da sempre in prima linea per la difesa dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini, e che si era costituito parte civile assieme al Comune di Melfi e alla Regione Basilicata, ha sottolineato le numerose carenze durante le indagini.
Secondo il portavoce Nicola Abbiuso:
In Tribunale non sono mai stati forniti elementi precisi che attestassero la pericolosità dell’impianto e gli effetti disastrosi soprattutto sui terreni e le falde acquifere circostanti.
A questo punto ci si aspetta il ricorso in appello, cosa che richiederebbe tempo perché bisognerebbe presentare elementi nuovi che certifichino il danno ambientale”.
Sorpreso si è detto anche il sindaco di Melfi, Livio Valvano, protagonista qualche settimana fa di un blitz notturno all’inceneritore. Il Primo Cittadino della città federiciana è convinto dell’inquinamento causato da Fenice.
Anche l’esponente dei radicali, Maurizio Bolognetti, tra i primi a denunciare l’allarme inquinamento dell’inceneritore, si è detto:
“Amareggiato per la sentenza, ribadendo come i dati schiaccianti sulla pericolosità dell’impianto siano stati tenuti nascosti per anni”.
Le motivazioni della sentenza verranno rese pubbliche entro 90 giorni.