Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di USB di stabilimento e Usb Basilicata Lavoro Privato:
“Usb è stata contattata da alcuni lavoratori della Fca di Melfi, esasperati dal comportamento di molti preposti aziendali che, evidentemente su indicazione della direzione, a seguito del focolaio di contagi da Covid-19 tra i dipendenti dello stabilimento lucano stanno alimentando una caccia al lavoratore “sprovvisto” di mascherina.
Chiariamo alcuni punti, siamo certi che i lavoratori che MOMENTANEAMENTE si tolgono la mascherina durante il turno lo fanno in sicurezza per pochi istanti e soprattutto per respirare, visto che responsabilmente la indossano per sette ore e mezza di lavoro a temperature elevate e per tutto il tempo del viaggio, che in alcuni casi è anche di diverse ore.
Fca piuttosto che alimentare l’ennesimo clima di caccia alle streghe tra i lavoratori metta gli stessi nella condizione di lavorare e non di soffocare dentro una mascherina.
Conceda più pause durante il turno e abbassi i ritmi di lavoro.
Visto che il problema del recupero psicofisico era ben noto anche prima della pandemia, non ci vuole tanto a comprendere che in queste nuove condizioni di lavoro la situazione non può che essersi aggravata.
Fca non pensi di costruire un qualche nesso tra i casi accertati di contagio e presunte inadempienze dei lavoratori, si ricordi che il virus non è entrato in fabbrica perché qualcuno non indossava gli strumenti di protezione, piuttosto prenda atto che il protocollo di sicurezza, tanto decantato, funziona soltanto se non serve, altrimenti, come si è visto, è del tutto inefficace.
Non scarichi le responsabilità sulla fascia lavoratrice più debole e accetti il fatto che fino a quando non dimostrerà, con documenti alla mano, di aver sanificato a norma di legge lo stabilimento dopo aver appurato dei casi di contagio , la responsabilità maggiore di quanto sta accadendo in azienda e di ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni sarebbe innanzitutto sua.
La mascherina è uno strumento di protezione importantissimo ed indossarla è un obbligo civico e morale verso sé stessi e verso tutti coloro con cui si viene a contatto ma da sola non garantisce l’immunità da contagio.
Se ad esempio le maniglie dei bagni in fabbrica, delle porte di ingresso ai capannoni, se il microclima piuttosto che le postazioni di lavoro non sono state trattate come stabilisce la normativa vigente nel caso ci sia stata la presenza di un lavoratore contagiato ma semplicemente affidate all’acqua miracolosa presente negli spruzzini dei lavoratori delle ditte di pulizia, la mascherina da sola non sarà in grado di tutelare la salute dei lavoratori”.