Cgil e Fiom lanciano l’allarme: circa 1000 dipendenti in somministrazione dello stabilimento FCA e dell’indotto vivono in condizioni di precariato inaccettabili.
Durante la conferenza stampa organizzata dai due sindacati è emerso che i lavoratori, ai quali si aggiungono altri 1500 assunti con il Jobs Act, non ricevono una retribuzione adeguata, sia in termini di premialità che di sottoinquadramento.
La Fiom ha pertanto invitato:
“Le lavoratrici e i lavoratori a contattare i delegati e le strutture Fiom e NidiL territoriale per una verifica delle buste paga; sul sito www.somministratimelfi.it sono pubblicati tutti i numeri utili con cui contattare il sindacato”.
Sono stati presi anche dei provvedimenti nei confronti di 4 agenzie del lavoro della zona e non si escludono ricorsi alla magistratura.
Angelo Summa, segretario di Cgil Basilicata, spiega:
“Ci muoviamo in un quadro legislativo complesso: da un lato c’è la precarizzazione del lavoro che frantuma i diritti universali dei lavoratori, i quali devono essere in capo alle persone e non alle tipologie contrattuali, come stiamo portando avanti con le firme per la proposta di legge popolare delle Carta dei diritti universali del lavoro e dei tre quesiti referendari che la sostengono.
“Dall’altro ci sono dei principi ancora intoccabili come quello della parità del trattamento economico che non possono essere violati”.
“Se l’indotto più importante del Mezzogiorno, che in Basilicata ha all’attivo 3.000 lavoratori, ha anche 1.000 interinali sottopagati, possono esserci due spiegazioni: una questione di convenienza da parte delle agenzie del lavoro o un accordo tra queste e i datori di lavoro.
“Appare evidente come la battaglia della Cgil Basilicata debba giocarsi su due livelli: il rispetto dei diritti e il ripristino della legalità in un sito così importante, che coinvolge con l’indotto 15.000 lavoratori”.