Alfa Romeo e Jeep non bastano a garantire ad FCA un trimestre positivo sul mercato italiano.
Il bilancio del primo trimestre 2018 si chiude tra alti e bassi.
Per quanto riguarda i dati negativi bisogna ammettere che il gruppo guidato da Sergio Marchionne, a causa del crollo delle vendite di Fiat, chiude una prima parte di 2018 in modo decisamente negativo mettendo in evidenzia la necessità di rinnovare la gamma del principale, per unità vendute, marchio italiano.
Il primo trimestre di FCA termina con una flessione del -8.2% in Italia e con un dato ancora più negativo (-13%) a Marzo. Il tracollo del gruppo, come detto, è legato a Fiat. Il marchio italiano ha chiuso il primo trimestre con una flessione del -15%.
Anche in questo caso, Fiat fa registrare un mese di Marzo molto negativo (-20%).
Il calo del brand è legato a doppio filo al calo delle vendite della Fiat Panda che, pur confermandosi come la best seller del mercato italiano, chiude il primo trimestre con un -28% in termini di immatricolazioni.
Un ruolo importante nel calo di FCA lo gioca anche Lancia che ha venduto quasi 14 mila Ypsilon nel trimestre registrando una flessione del -35%rispetto ai dati di vendita dello scorso anno. Per Lancia il calo di immatricolazioni sembra essere inarrestabile.
Le note positive del trimestre per FCA arrivano da Alfa Romeo e Jeep.
I due marchi, che incarnano al meglio la svolta premium del gruppo, fanno segnare importanti passi in avanti rispetto allo scorso anno. Jeep ha venduto quasi 83 mila unità in Italia nel trimestre registrando una crescita del +87%. Alfa Romeo, invece, raggiunge quota 14 mila unità vendute con un incremento percentuale del +21%.
Jeep si prepara a realizzare un nuovo record storico di vendite in Italia, grazie soprattutto alla nuova Compass che ha debuttato in Europa a metà dello scorso anno, mentre Alfa Romeo, se dovesse confermare questo trend di crescita, potrebbe tornare ai livelli del 2007 grazie al successo dello Stelvio e della Giulia.
Per quanto riguarda i dati positivi pubblichiamo i dati forniti dall’azienda che riguardano:
“Il risultato aziendale prima degli oneri finanziari, escluse le voci di natura straordinaria (ebit adjusted), risulta in crescita del 5,0% a 1,6 miliardi di euro, margine migliore di 50 punti base al 6,0%, mentre utile netto escluse le voci di natura straordinaria (utile netto adjusted) e utile netto si presentano in rialzo rispettivamente del 55% e del 59% a 1,0 miliardi di euro.
L’indebitamento netto industriale è in calo di 1,1 miliardi di euro a 1,3 miliardi di euro e sono confermati i target per l’anno in corso.
Nello specifico, questi gli esiti:
- le consegne globali complessive sono pari a 1.204.000 veicoli, in rialzo del 5% principalmente grazie alla crescita in NAFTA e LATAM e all’incremento del 37% delle consegne globali di Jeep;
- i ricavi netti sono pari a 27,0 miliardi di euro, in calo del 2% a causa dell’impatto negativo dei cambi di conversione (a cambi omogenei, l’aumento è del 9%);
- gli ebit adjusted pari a 1.611 milioni di euro, in rialzo del 19% a cambi omogenei; margine di Gruppo in miglioramento di 50 pb al 6,0%;
- utile netto adjusted pari a 1.038 milioni di euro, in aumento del 55% (+78% a cambi omogenei); utile netto in aumento del 59% (+83% a cambi omogenei) a 1.021 milioni di euro, con una riduzione degli oneri finanziari e delle imposte sul reddito;
- indebitamento netto industriale di 1,3 miliardi di euro, in calo di 1,1 miliardi di euro rispetto a fine 2017;
- l’avvio produttivo del nuovo Ram 1500 nello stabilimento di Sterling Heights (Michigan, USA) completa la fase iniziale del piano di riallineamento della capacità produttiva in NAFTA;
- il credit rating di risulta innalzato a “BB+” mantenendo l’andamento positivo da parte di S&P e a “Ba2” da parte di Moody’s.
Inoltre, è ufficiale: il Consiglio di Amministrazione di FCA ha autorizzato il management a sviluppare e implementare un piano per la scissione delle attività di Magneti Marelli”.
Questo bilancio tra alti e bassi quali effetti avrà per lo stabilimento di San Nicola di Melfi?