Il 18 marzo 2020 è una delle giornate destinate a segnare la memoria del nostro Paese.
Impossibile dimenticare l’immagine della lunga colonna di mezzi militari si è riversata quella notte per le vie di Bergamo, la città più colpita dalla prima ondata di epidemia in Italia, per trasportare le bare con le vittime del coronavirus e portarle per la cremazione in altre città, in altre regioni.
All’interno di una trentina di camion viaggiavano almeno settanta feretri.
Abbiamo continuato a vedere, per settimane, convogli militari arrivare davanti ai cimiteri, attraversare le nostre regioni.
Avvolte in un silenzio solcare le strade deserte, in un clima sembrava surreale e a cui non ci siamo mai abituati.
Due anni dopo, il 18 marzo 2022 si celebra in Italia la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus.
Nel nostro Paese, il Covid ha procurato oltre 157.000 vittime (più di 6 milioni quelle in tutto il mondo).
E 13,6 milioni sono i nostri concittadini risultati positivi.
Per il 18 marzo, la Presidenza del Consiglio ha inoltre richiesto l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici.
Il via libera definitivo al disegno di legge che istituisce per il 18 marzo la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Covid-19, è arrivato il 17 marzo 2021 dal Senato. All’unanimità.
Le ricordiamo con queste parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco prima della Messa di Requiem a Bergamo in loro ricordo, nel Giugno scorso:
“Qui c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto e che volendo riprendere i ritmi della vita, sa di non poter dimenticare quanto avvenuto”.