Ormai è un dato di fatto: la Basilicata detiene il record dell’analfabetismo.
L’11% della popolazione lucana versa ancora in stato di analfabetismo totale, mentre il 40% è costituita da “analfabeti di ritorno” cioè coloro che pur avendo preso la terza media mostrano difficoltà nel comprendere una lettura.
Maglia nera per gli studenti lucani che nel 2016 hanno ottenuto il peggior risultato in Italia nelle prove relative al livello di competenza alfabetica funzionale.
Dai dati relativi all’esito delle Prove Invalsi, a cui sono stati sottoposti gli alunni delle classi II della scuola secondaria di secondo grado, è emerso che la nostra regione ha ottenuto un punteggio di 182,7, a fronte di una media nazionale di 200.
Ricordiamo che le Invalsi sono una bussola che permette di mettere a fuoco i punti di forza e quelli di debolezza di una scuola, più che di una singola classe o del singolo studente.
Servono, cioè, per “fotografare” il livello di preparazione degli alunni all’inizio del loro percorso scolastico e alla fine dell’obbligo, cioè in seconda superiore ma non permettono di valutare i progressi del singolo ragazzino: le prove sono anonime e identiche per tutti.
I risultati servono unicamente per valutare il livello della scuola italiana, quali sono le aree in sofferenza e quali le eccellenze di cui, invece, seguire l’esempio.
Inoltre l’Istat ha stimato che in Basilicata le persone tra 16 e 74 anni che hanno alti livelli di competenza digitale sono il 16,7%, a fronte di una media nazionale di 19,3 e di un picco del 26,6 rappresentato dal Friuli Venezia Giulia.
Anche alla luce di questi dati alcuni docenti lucani hanno firmato da poco un appello al Governo affinché vengano adottate misure per tutelare la conoscenza della lingua italiana.
Secondo voi questa statistica rispecchia davvero la realtà della nostra regione?