Il primo gennaio è stato avviato il progetto di ricerca internazionale sui castelli federiciani della Basilicata, promosso dalla Humboldt-Universität zu Berlin e diretto dal prof Kai Kappel, docente di Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso la stessa Università di Berlino.
Il Progetto ha come obiettivo lo studio della dimensione architettonica e delle fasi di realizzazione delle residenze normanna e sveve del Mezzogiorno d’Italia, tra cui i castelli di Lagopesole e di Palazzo San Gervasio, castelli visitati lo scorso mese di settembre dal prof. Kai Kappel e dal prof. arch.Klaus Tragbar dell’università di Innsbruck accompagnati da Mario Saluzzi.
Proprio in relazione a quest’ultima struttura castellare, vanno registrate le diverse interlocuzioni e le visite nella cittadina dell’Alto-Bradano avviate durante le fasi progettuali -che riprenderanno a marzo prossimo:
- dal dott. Mario Saluzzi, già Conservatore della Pinacoteca “d’Errico” e attuale consigliere comunale, promotore di numerosi progetti culturali internazionali,
- dal prof. Nicola Montesano, medievista e autore del volume “San Gervasio. Palazzo dei Re”,
- dalla Soprintendenza di Basilicata guidata dalla dott.ssa Luigina Tomay,
- la funzionaria archeologa Sabrina Mutino,
- la direzione regionale musei coordinata dalla dott.ssa Anna Maria Mauro.
La base metodologica del progetto è fornita dalla ricerca storica edilizia, dall’osservazione precisa, dai rilievi e dai disegni edili, dall’analisi approfondita dei risultati e dall’elaborazione delle fonti storiche rilevanti.
Dalle ricerche sul castello palazzese inserite nel volume di Nicola Montesano sappiamo che il nucleo fortificato fu oggetto di azioni di ampliamento da parte di Federico II e di completamento da parte di Manfredi, in modo da adeguarlo alle esigenze sia residenziali, intervenendo sugli ambienti interni dei livelli superiori, sia zootecniche e produttive, sistemando il cortile, il porticato per governare i cavalli e le scuderie.
Il Palatium di San Gervasio è stato sede di un importante centro di allevamento e cura di cavalli, avviata da Manfredi con un programma di selezione delle razze, attraverso un impegno multidisciplinare, sia scientifico nel campo dell’innovazione e della sperimentazione veterinaria, sia tecnico nell’allevamento e nell’addestramento dei cavalli destinati agli usi bellici e da parata.
Proprio il particolare legame di Manfredi con questa domus ha portato Montesano ad ipotizzare che sia stato proprio il castello di San Gervasio il luogo in cui venne alla luce il figlio prediletto dell’Imperatore svevo.
Secondo Montesano, recarsi a San Gervasio era per Manfredi come tornare a casa.
L’azione di studio e di promozione avviata a livello locale da Mario Saluzzi per la valorizzazione della domus palazzese, (che nel frattempo grazie alla volontà del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e della sua giunta è stato finanziato il completamento del restauro iniziato nel 2010), fin da subito ha coinvolto studiosi e attori istituzionali operanti sul territorio regionale, coordinati dall’ingegner Antonio Clinco responsabile dell’U.T.C. di Palazzo San Gervasio, e che oggi si inserisce nel contesto internazionale guidato dal professore Kappel, ripristinando i legami storici che hanno visto il Mezzogiorno d’Italia una parte integrante e fondamentale dell’impero svevo.
A marzo 2023 ci sarà una nuova visita da parte dei docenti tedeschi e austriaci accompagnati da numerosi studenti che si fermeranno in Basilicata per proseguire lo studio dei castelli federiciani.
In foto il castello di Palazzo san Gervasio e il Dott. Mario Saluzzi con il prof. Kai Kappel e il prof. arch.Klaus Tragbar