Dal 24 Settembre al 1° Ottobre 2016, le Misericordie della Basilicata, unitamente alle Misericordie della Calabria, con cui formano la Federazione Interregionale delle Misericordie di Calabria-Basilicata, hanno gestito i due campi organizzati dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia a Sant’Angelo di Amatrice e P.A.S.S. (Posto di Assistenza Socio Sanitaria) via Salaria Km129 a sostegno delle popolazioni di Amatrice e comuni limitrofi colpite dal sisma dello scorso 24 Agosto.
A darne notizia Canio Verrastro, per il Coordinamento delle Misericordie di Basilicata, nella nota che ci ha inviato si legge:
“Guidati dal Vice Presidente della Federazione Calabria-Basilicata e Coordinatore delle Misericordie di Basilicata Antonio Santoro, in rappresentanza legale della Federazione con il Consigliere Rosalba Maiuri, la colonna mobile composta da 42 volontari, formati e specializzati nelle operazioni di soccorso e nelle pratiche di protezione civile, provenienti dalle due regioni, ha dato il cambio agli amici pugliesi nella gestione dei due campi.
La maggior parte, tra cui lo stesso vice presidente Antonio Santoro ed il Governatore della Misericordia di Maschito Antonio Nardozza che ha assunto la funzione di Vice Capo campo, il Capo campo Valentino Pace, destinata al campo di Sant’Angelo di Amatrice che ospita i civili; mentre il neo Governatore della Misericordia di Potenza, Canio Verrastro, e gli amici delle Misericordie di Ruvo del Monte e di Rotonda, sono stati destinati alla logistica del campo P.A.S.S. che è un vero e proprio Poliambulatorio con tutti i servizi medici essenziali di base”.
Nella delicata la situazione dei luoghi e dei cittadini colpiti dal sisma, si è da subito creato un clima di empatia con i locali e, merito della eccellente organizzazione e della condivisione di idee delle due regioni che ne ha rappresentato il vero risalto, tutti i volontari hanno lasciato il segno della loro permanenza e hanno riportato a casa ricordi ed emozioni che toccano il profondo degli animi.
Con la speranza di aver donato qualche sorriso e fieri di appartenere all’unica grande famiglia delle Misericordie d’Italia.