“Il Mezzogiorno cresce, la Basilicata no: ultima tra le regioni del Sud”. Questa la situazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota del Presidente della II CCP in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli Roberto Cifarelli:

“Il rapporto sulle economie regionali del 2024, redatta dall’Ufficio studi della Confcommercio, ci consegna una realtà economica lucana alquanto preoccupante.

Il Mezzogiorno cresce più del nord con un positivo +1,2, la Basilicata invece, è praticamente ferma con un desolante 0,0, ultima tra le regioni del sud.

Dal punto di vista dei consumi, anche lì arranchiamo con un + 0,2, complessivamente il Mezzogiorno si attesta intorno al + 0,4 e l’Italia, nel suo complesso, segna un + 0,5.

Pure questo indicatore segna una particolare sofferenza dell’economia reale lucana che non può far gioire nessuno , ma, nemmeno la si può sottacere.

E, se da un lato, sono stati recuperati i livelli pre-covid, dall’altro, i consumi rallentano in quasi tutte le Regioni, la Basilicata però fa quasi peggio di tutte.

Perche??

E’ evidente come la crisi demografica (non solo lucana) e la fragilità dei consumi vadano ad indebolire ulteriormente un tessuto economico che, come ci hanno insegnato, ieri, l’esperienza del cd polo del salotto ed, oggi, la vicenda Stellantis, dimostra di non reggere i contraccolpi di una economia le cui trasformazioni andrebbero governate e non subìte.

Sia chiaro non si tratta di “mettere la croce” addosso all’ultimo governo regionale o nazionale, certo è, però, che la mancanza di una chiara e moderna politica industriale, mai portata avanti a livello nazionale, che fa il paio con una assenza di proposte e misure di sostegno territoriali, generano un logoramento del tessuto sociale ed economico di una comunità, che, soprattutto in territori fragili come il nostro, mette un ulteriore ostacolo ad ogni tentativo di ripresa.

La stagione dei bonus che ha rappresentato, per alcuni, la panacea di tutti i mali, si è rivelata illusoria e fallace.

Così come l’istituzione di una Zes unico per tutto il territorio meridionale non risolleverà le sorti né del Mezzogiorno, né della Basilicata, in quanto la mancata valorizzazione di territori specifici con le loro specifiche peculiarità renderà ancora meno appetibili le aree meno infrastrutturate e più lontane dai grandi centri.

Pertanto, per la Basilicata è giunta l’ora di aprire una stagione di riforme, a partire dall’ente Regione e dalle istituzioni locali e territoriali, passando per la ridefinizione della mission dei diversi enti sub regionali che dovrebbero rappresentare uno strumento a sostegno dei settori più dinamici dell’economia lucana e non galleggiare tra un bilancio e l’altro, per finire ad un nuovo rapporto con l’Università ed il mondo della cultura, ed utilizzando le ingenti risorse europee, segni una discontinuità con il recente passato e riporti la Basilicata a distinguersi nel panorama nazionale ed europeo per le sue politiche efficaci e resilienti”.