Drammatica la situazione delle ferrovie nella nostra regione.
Tra precarietà dei servizi, aumenti tariffari, treni e linee che lasciano a desiderare, non viene fuori un quadro ottimale dal Rapporto “Pendolaria 2018”.
Per quanto riguarda i tagli avvenuti al servizio ferroviario regionale in questi anni:
“La ragione dei disagi che vivono i pendolari ogni giorno sta nel fatto che dal 2009 ad oggi, a fronte di una crescente domanda di trasporto su ferro, perché permette di lasciare l’auto riducendo stress e spesa delle famiglie, il numero di treni in circolazione sulla rete regionale è diminuito.
Complessivamente dal 2010 i tagli sulla rete regionale sono stati pari al 4,7%, con un aumento delle tariffe mediamente del 18,5%.
Se si guarda dentro questi tagli, si scopre che ci sono rilevanti differenze tra le regioni.
In particolare i problemi riguardano il Sud, dove fra il 2010 e il 2018 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 33,2% in Molise, al 15,9% in Calabria, al 15,1% in Campania, al 6,9% in Basilicata, al 5,6% in Sicilia”.
Sull’età dei treni in circolazione:
“In Italia sono 3.056 i treni in servizio nelle regioni (mentre nel 2014 erano 3.434) e nella tabella successiva si è messo in evidenziare la quantità di treni in dotazione ad ogni singola Regione, l’età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale e quanto avvenuto negli ultimi
anni in termini di investimenti per la riduzione dell’età dei treni.
Il dato generale è positivo, scende l’eta’ media nazionale, grazie alle immissioni di nuovi convogli di Trenitalia, al valore di 15,4 anni (contro i 16,8 anni dell’anno scorso ed i 18,6 di tre anni fa).
Il problema è che aumentano le differenze tra le regioni”.
Nello specifico, la Lucania è la terra con i treni più vecchi d’Italia:
“Seppur anche in questo caso il dato mostri un trend in calo, ancora troppi sono i convogli con più di 15 anni di età (il parametro usato da Trenitalia nelle ‘Carte dei servizi’), il 57,5%”.
e può “vantare” una delle 10 linee peggiori dello Stivale: la Reggio Calabria-Taranto che:
“Ha visto negli ultimi anni un peggioramento drastico del servizio, con riduzione dei treni in circolazione e sostituzione con bus in alcune tratte.
L’unica buona notizia è che sono stati avviati i lavori per l’elettrificazione tra Sibari e Catanzaro Lido.
Ma il problema è che i treni in circolazione sono pochi e lenti che al momento da Reggio Calabria a Taranto sono solamente 2 i collegamenti Intercity diretti giornalieri e il treno più veloce impiega 6 ore e 35 minuti”.
Ancora in Basilicata, la Battipaglia-Potenza-Metaponto (bacino d’utenza: 290.000 abitanti; costi: 1.167 milioni di euro, di cui solamente 32 milioni disponibili) necessita di opere di ammodernamento:
“Costituisce il principale asse ferroviario in Basilicata e connette l’Alta Velocità sul Tirreno con il mar Jonio ed in particolare con il porto di Taranto.
Oltre all’intervento di elettrificazione compiuto negli ultimi anni, ai fini di un miglioramento delle prestazioni, anche in relazione al trasporto di merci, risulta necessario porre in essere interventi di adeguamento del tracciato, con riduzione delle pendenze ed aumento dei raggi minimi.
Questa condizione si riflette sulle velocità: sulle tratte Salerno-Potenza Inferiore e Potenza Inferiore-Metaponto, rispettivamente 55 km/h e 76 km/h.
La velocizzazione/potenziamento della tratta Battipaglia-Potenza, il cui costo complessivo ammonta a 491 milioni, vede il progetto ancora ad un livello preliminare.
Per la tratta Potenza-Metaponto il costo è di 646 milioni e non esiste alcun finanziamento.
A questi è fondamentali poi affiancare l’acquisto di nuovi treni moderni
ed affidabili viste le costanti critiche dei pendolari e l’età media dei convogli che in questa Regione supera i 20 anni di media”.
Cosa ne pensate?
Di seguito alcuni stralci dal rapporto.