La Basilicata mostra un livello di benessere relativo più basso della media nazionale e pressoché in linea con quello registrato nel complesso dei territori del Mezzogiorno.
Come indica un report dell’Istat “classificando le province italiane in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) sul complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 44,6 per cento delle misure colloca le province lucane nelle classi di benessere più basse, una quota leggermente inferiore a quella delle province del Mezzogiorno (47,1 per cento) e più elevata di quella che si registra in Italia (33,9 per cento).
I segnali di vantaggio sono meno frequenti.
I posizionamenti nelle due classi di benessere più elevate sono il 26,9 per cento, un valore in linea con quello della ripartizione (26,4 per cento) ma considerevolmente inferiore alla media nazionale (42,7 per cento).
Nell’ultimo anno di riferimento dei dati, in un quadro regionale di complessiva omogeneità, la provincia di Potenza presenta un leggero vantaggio rispetto a Matera, collocandosi nella classe di benessere relativo alta con il 16,7 per cento degli indicatori, a fronte dell’11,9 per cento di Matera, e nella classe di benessere relativo bassa con il 18,3 per cento degli indicatori, mentre a Matera sono il 22,0 per cento.
Il dominio Sicurezza è l’ambito nel quale la Basilicata e le sue province detengono i vantaggi più diffusi, con il 58,3 per cento delle misure nella classe di benessere più alta e nessun posizionamento nella classe bassa.
Un’evidenza positiva emerge nel dominio Ambiente, dove il 28,6 per cento delle misure è nella classe alta (33,3 per cento sommando le quote delle classi alta e medio-alta), pur se a fronte di un 28,6 per cento di posizionamenti nelle classi bassa e medio-bassa.
Anche nel dominio Salute prevalgono i posizionamenti nelle due classi più elevate (33,3 per cento); inoltre non si hanno posizionamenti nella classe bassa, mentre nella classe medio-bassa ricade il 16,7 per cento delle misure.
Le province della Basilicata in cinque degli undici domini non presentano alcun indicatore nelle classi di benessere relativo alta e medio-alta:
- si tratta di Lavoro e conciliazione dei tempi di vita,
- Benessere economico,
- Relazioni sociali,
- Paesaggio e patrimonio culturale e Innovazione, ricerca e creatività.
In particolare, tutti gli indicatori del dominio Paesaggio e patrimonio culturale e il 75 per cento di quelli del dominio Innovazione, ricerca e creatività si collocano nella classe bassa; l’87,5 per cento degli indicatori di Benessere economico ricade nelle due classi di coda.
Anche nel dominio Qualità dei servizi una quota rilevante di misure è nella classe bassa (42,9 per cento) mentre nessuna ricade in quella alta.
I profili delle due province sono in generale molto simili, tuttavia per quasi tutti gli indicatori del dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita si riscontrano livelli di benessere più elevato a Matera rispetto a Potenza, mentre nel dominio Politica e istituzioni è la provincia di Potenza a mostrare maggiori vantaggi.
La Basilicata si colloca tra le regioni europee con i risultati migliori per tre dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto:
• Speranza di vita alla nascita e Mortalità infantile nel dominio Salute (47°e 37°posto su 234 regioni; anno 2021);
• Rifiuti urbani prodotti nel dominio Ambiente (20° posto su 139 regioni per cui il dato è disponibile; anno 2019);
Tutti i restanti indicatori, nei domini Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Politica e Istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività, sono su livelli più bassi della media Ue27.
Le distanze sono massime per la percentuale di giovani che non lavorano e non studiano (Neet), per la quota di persone tra i 25 e 64 anni che possiede almeno il diploma e per il tasso di occupazione dei 20-64enni, che nel 2022 collocano la Basilicata in fondo alla graduatoria delle regioni europee.
Il territorio della Basilicata, al 1° gennaio 2023, comprende 131 Comuni distribuiti in 2 Province.
Il 28,5 per cento della popolazione vive in piccole città e sobborghi e il 23,0 per cento in città.
Nelle aree interne, distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, risiede il 79,5 per cento della popolazione (22,7 per cento la media-Italia).
Al 1° gennaio 2023 la popolazione regionale supera i 536 mila abitanti e rappresenta lo 0,9 per cento della popolazione residente in Italia.
La dinamica demografica resta marcatamente negativa (-3,0 per cento dal 1° gennaio 2020; -1,3 per cento la variazione a livello nazionale).
L’economia regionale mostra una marcata specializzazione nel settore agricolo e una discreta vocazione industriale: gli occupati nel settore primario sono il 10,1 per cento a fronte di un valore medio nazionale del 3,6 per cento. Il valore aggiunto complessivo generato dal sistema produttivo regionale nel 2020 è di 10.512 milioni di euro correnti (19.140 euro per abitante), lo 0,7 per cento del valore aggiunto nazionale”.