“Il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), organo del Ministero della Salute, ha pubblicato i dati del Nuovo Sistema di Garanzia relativi al 2023.
Il verdetto è impietoso: la Basilicata scivola ancora una volta in fondo alla classifica nazionale, segno di una sanità che arranca, incapace di garantire servizi adeguati ai cittadini”.
Così esordisce il Consigliere Regionale, Roberto Cifarelli, che continua:
“Ma il dato più allarmante riguarda la macroarea “Distrettuale”, che include le cure territoriali e di prossimità: assistenza sanitaria di base, emergenza territoriale, farmaceutica, specialistica ambulatoriale, protesica e sociosanitaria, sia domiciliare che residenziale.
È qui che la Basilicata subisce una bocciatura sonora, confermando tutte le criticità di un sistema che lascia i cittadini, soprattutto quelli delle aree rurali e montane, senza risposte e senza garanzie.
Questa fotografia impietosa non è certo una sorpresa: da tempo i monitoraggi del Ministero segnalano l’incapacità della Regione di assicurare una copertura uniforme dei servizi essenziali.
Le conseguenze?
Liste d’attesa infinite, mobilità sanitaria fuori controllo (oltre 81 milioni di euro di passivo nel 2023), performance ospedaliere insufficienti e un dato inquietante: in Basilicata l’aspettativa di vita in buona salute è la più bassa d’Italia.
Dopo sei anni di governo regionale, è ancora un mistero come venga applicato in Basilicata il principio costituzionale che garantisce l’accesso universale alle cure.
Il vero dramma non è solo organizzativo, ma umano: il cittadino lucano, nel momento del bisogno, si sente solo, smarrito e privo di certezze.
Il legame di fiducia tra pazienti e sistema sanitario si è spezzato, con conseguenze devastanti per il benessere collettivo.
A tutto questo si sommano sfide demografiche epocali: popolazione sempre più anziana, nascite in calo, una regione che si fa ogni giorno più fragile.
Non possiamo più permetterci rinvii o soluzioni tampone.
Per anni abbiamo denunciato queste criticità, spesso nel vuoto.
Ora sembra che il Piano Sanitario Regionale vedrà la luce entro fine 2025.
Sarà davvero la svolta che aspettiamo?
O sarà l’ennesimo slogan senza sostanza?
Lo scopriremo.
Nel frattempo, noi continueremo a fare la nostra parte, con proposte concrete e una visione chiara: ripartire dall’ascolto e dal coinvolgimento”.