Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Carmine Ferrone (consigliere Provinciale Potenza, PD):
“Per superare lo spreco dell’acqua non serve la propaganda del Governatore.
E’ uno spreco quello dell’acqua – secondo Eurispes, la Basilicata detiene il record di spreco: ogni giorno ne vengono buttati 230 litri per abitante – che non possiamo più permetterci.
Intanto, negli ultimi anni, numerosi studi riguardanti il ciclo dell’acqua hanno evidenziato una costante riduzione della quantità di acqua presente sul nostro territorio.
Le proiezioni climatiche condotte da ISPRA evidenziano i possibili impatti a breve, medio e lungo termine dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico e sulla disponibilità di risorsa idrica.
Il quadro delineato da questa analisi non è particolarmente rassicurante, dato che le stime sulla riduzione della disponibilità annua di acqua vanno da un minimo del 10% (proiezione a breve termine) nel caso si adotti un approccio di mitigazione aggressivo nella riduzione delle emissioni di gas serra, ad un massimo del 40% (che arriva fino al 90% per alcune zone del Sud Italia) nella proiezione al 2100 nel caso in cui i livelli di emissione dei gas serra mantengano gli attuali livelli.
Se a questo si aggiungono le perdite da condotte ed impianti – che in Basilicata sono superiori al 62% -la situazione è da noi ancora più grave.
Tutto questo accade mentre dal Governatore Bardi ascoltiamo che sta lavorando per il ‘bonus acqua’, vale a dire per l’acqua gratis ai lucani, senza però riferirci quali programmi ci sono in materia di sprechi e di efficientamento nell’utilizzo dell’acqua sia ad uso potabile che irriguo.
Come sanno bene i nostri agricoltori ed allevatori delle aree più interne l’approvvigionamento idrico per le aziende è inadeguato e troppo spesso si deve far fronte alla carenza con autobotti.
L’ammodernamento e il rifacimento della nostra rete idrica è dunque uno degli elementi più urgenti da affrontare.
Come avverte Eurispes, in assenza di investimenti che possano favorire la captazione, l’immagazzinamento, il trasporto, la distribuzione, la depurazione e il riuso delle acque si rischia di cronicizzare il problema rendendo la mancanza d’acqua una questione strutturale.
Sono questi i problemi veri da avviare a soluzione contando sul Pnrr e i programmi europei e nazionali senza ricorrere alla propaganda”.