Pubblichiamo di seguito il comunicato trasmesso dal Coordinamento dei segretari di circolo del Vulture Alto Bradano in cui si esprime preoccupazione per lo stato della diga Abate Alonia (o lago del Rendina) sul torrente Olivento e che potrebbe costituire un serio pericolo per i territori posti a valle e che ricadono nei comuni di Melfi e Lavello.
“A poche settimane da un nostro precedente intervento sul Consorzio di Bonifica Vulture Alto Bradano con cui ponevamo all’attenzione del governo regionale temi relativi al riordino ed al rilancio dello stesso, alcuni dei quali, a parte la legge di riordino ancora senza risposta, una nuova notizia appare sugli organi di stampa.
La diga Abate Alonia sul torrente Olivento, affluente di destra del fiume Ofanto, è pericolosa e senza controllo e quindi costituisce un pericolo serio ed imminente per i territori posti a valle (Lavello e Melfi).
La notizia non proviene da soggetti legati all’antipolitica o all’allarmismo ma direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che con una nota inviata ai massimi organi istituzionali, amministrativi e governativi regionali evidenzia come l’infrastruttura realizzata negli anni ‘50 con lo scopo (raggiunto) di rilanciare l’attività agroindustriale della piana dell’Ofanto, sia da decenni in uno stato di totale abbandono, sia dal punto di vista manutentivo che del monitoraggio, tale da costituire un serio pericolo per coloro che vivono a valle della diga.
Sorvolando per un attimo sull‘importanza che l’invaso riveste per l’economia agricola dell’area nord, non possiamo non garantire e tutelare l’incolumità delle popolazioni e dei territori interessati!
Quando a rischio vi è la sicurezza di persone e cose non è accettabile l’ignavia, non è oltremodo accettabile l’incapacità delle strutture tecnico gestionali del Consorzio del Vulture Alto Bradano ad affrontare e risolvere i problemi.
Basta con il silenzio e con l’immobilismo. Invece di attardarsi a complicare cose semplici e dedicare tutto il tempo a predisporre vacue richieste di parere, devono spiegare e vogliamo capire perché non si è trovata immediata ed efficace risposta alle sollecitazioni del Ministero.
Senza andare troppo indietro nel tempo e restando al tema della messa in sicurezza, vogliamo chiederci che fine hanno fatto i lavori di sfangamento della diga e perché si siano interrotti? Parlando di temi cari alla politica…badiamo a merito e competenze di chi assume ruoli di responsabilità!
L’Italia per disastri annunciati che hanno interessato dighe ha già dato! Ci aspettiamo così, come avvenuto in occasione della legge di riordino dei Consorzi, che la Regione Basilicata intervenga ed avvii un immediato ed efficace intervento di messa in sicurezza della diga, finalizzato al ripristino funzionale dell’invaso e non vogliamo nemmeno sentir parlare di abbandono.
Il Programma di Sviluppo Rurale è assicurare risorse, l’acqua è la principale tra queste!”.