La Giunta regionale della Basilicata ha scelto Rionero per il progetto pilota da 20 milioni di euro, finanziati con il Pnrr, per la rigenerazione urbana dei ‘Piccoli borghi’.
Il progetto riguarda, in particolare, la zona dei laghi di Monticchio.
Così il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, nel corso della prima seduta della nuova Giunta regionale, che ha premiato questa candidatura sostenuta anche da altri 9 comuni territorialmente vicini al borgo di Monticchio: Melfi, Atella, Barile, Ginestra, Rapolla, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Fele, Venosa.
“Il progetto denominato Monticchio Bagni presenta un importante insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi in grado di costituire un’occasione di rilancio occupazionale, in particolare per le nuove generazioni. È un progetto di compatibilità tra sviluppo e ambiente, oltre che di rigenerazione culturale e sociale. Inoltre, costituisce una potente leva di promozione di una rinnovata attrattività per un ampio territorio, le cui potenzialità di sviluppo – grazie ai 20 milioni di euro in arrivo con il PNRR – avranno rilevanti ricadute sull’immagine dell’intera Regione Basilicata.
Abbiamo scelto senza guardare all’appartenenza politica: è stata una scelta in base a una valutazione prima tecnica – sulla base dei progetti presentati – e poi di valutazione dell’incidenza dei progetti su una porzione più o meno ampia del territorio.
La candidatura presentata dal Comune di Rionero si avvale di un partenariato che vede l’interesse di altri partner istituzionali quali la Provincia di Potenza, l’Ente parco regionale del vulture, nonché la direzione regionale musei Basilicata del Ministero della Cultura; di partner scientifici, rappresentati dal dipartimento delle culture europee e del mediterraneo (Dicem) dell’Università della Basilicata, dal Cluster Basilicata creativa, dalla Fondazione Francesco Saverio Nitti, dalla Fondazione Giustino Fortunato, Fondazione Scout Don Dante Casorelli. Sono stati coinvolti, inoltre, partner che si occupano di promozione territoriali quali il Fai- Fondo Ambiente Italiano, il Club Alpino Italiano, Archeoclub d’Italia, e di promozione eno-gastronimica quali il Consorzio di valorizzazione dei vini ‘Qui Vulture’ e il Consorzio Tutela dell’Aglianico del Vulture.
La Commissione di valutazione del Bando Borghi Linea A, che ha visto la presenza anche di una espressione nazionale dell’ANCI, ha valutato ex equo con il punteggio di 95 su 100 i progetti presentati dal Comune di Aliano denominato ‘Aliano Teatro del Tempo’ e il progetto presentato dal Comune di Rionero, denominato ‘Monticchio Bagni’.
La proposta presentata da Aliano, pur di notevole qualità, riveste un valore strategico per un’area meno vasta di quella di Monticchio. Ma, come già detto in precedenza, tenuto conto della qualità della proposta la Regione, con successivi provvedimenti sosterrà l’implementazione delle principali azioni sostenendo così, in buona parte, il progetto.
Infine, sono stati inoltre considerati di buona qualità i progetti presentati dai Comuni di Irsina, Colobraro e Rotonda, rispettivamente con i punteggi di 90, 80, 79. La Regione metterà complessivamente 15 milioni di euro a sostegno dei progetti citati, a dimostrazione della volontà di premiare la buona progettazione e l’impegno dei Comuni”.
Cento posti di lavoro previsti, laboratori di ricerca universitari, incubatori d’impresa, attrattori turistici.
Venti partner istituzionali, e poi l’intera comunità dei cittadini del borgo, riunita in comitato promotore con 130 soggetti sottoscrittori.
Spiegava qualche giorno fa il Sindaco Mario Di Nitto:
“Un progetto che viene da lontano.
Qui la co-progettazione è sempre stata di casa e soltanto negli ultimi anni possiamo citare un lungo repertorio di idee, dibattiti e progetti concreti, che formano il catalogo storico di questa nostra proposta e completano il dossier.
Del resto la ‘questione Monticchio’ è uno dei grandi temi dello sviluppo economico e sociale della Basilicata ed è certamente la vicenda più importante e critica, se ci focalizziamo sull’argomento turismo.
La prima località turistica ad essere storicamente avviata nel Dopoguerra, è rimasta quella più indietro di tutte, per ragioni che sarebbe troppo lungo richiamare qui.
Di fatto, mentre le altre tre “M” del piano turistico regionale sono decollate (mi riferisco a Matera, Maratea e Metapontino), la “M” di Monticchio è ancora ferma, con evidenti ripercussioni sull’equilibrio generale del sistema turistico ed economico dell’intera Regione.
Monticchio, infatti, non è un borgo come gli altri: è il simbolo di un’aspettativa di sviluppo che un’intera area, il Nord Basilicata, intende oggi porre con forza sul tavolo del decisore regionale, nell’interesse dell’intera comunità della Basilicata, consapevole che questo è un treno atteso da troppi anni e che difficilmente ripasserà.
Per questo tutti i Comuni della Comunità del Parco del Vulture hanno aderito senza riserve e per questo si sono aggiunte le adesioni, convinte e motivate con solide argomentazioni, della città di Venosa, della Provincia di Potenza, dello stesso Ente Parco.
Il progetto è stato elaborato con un lungo e articolato processo partecipativo che ha visto al centro l’Università di Basilicata, Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni Culturali.
La scelta e l’elevato profilo scientifico assicurato dall’Università in tutti i suoi dettagli, anche economico-gestionali e occupazionali, trae origine da alcuni elementi di contesto: la centralità del borgo rispetto a un sistema di itinerari e cammini nazionali (via Appia, via Herculea, via Francigena, Ferrovia storica Bandiera Arancione, Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, Tratturi, Sentiero Italia del CAI, Sentiero Lucano/Fruilent, etc.).
Poi c’è la narrazione della vicenda degli imprenditori ferroviari Lanari, di origine marchigiana, che tra ‘800 e ‘900 hanno acquisito la foresta di Monticchio fondando il Borgo e dando vita a una tra le più significative esperienze di trasformazione agraria, sociale e industriale.
Un racconto che si innesta in una più ampia storia testimoniata da emergenze archeologiche sia antiche che medievali, con il Parco Archeologico di Sant’Ippolito e i siti termali.
Infine il paesaggio, uno degli scenari più incantevoli del Sud Italia, immerso nel Parco del Vulture con i boschi e i campi set del grande cinema.
Monticchio ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un luogo fortemente attrattivo per una comunità di abitanti temporanei, remote worker, nomadi digitali, ma anche famiglie e turisti.
Un luogo in cui ci si sente contemporaneamente immersi nella natura e nella storia, ma anche a pochi chilometri dalla più importante area industriale del Sud Italia, con la presenza di Stellantis e di altre imprese leader nell’agroindustria, nell’energia green e nell’economia circolare: tutti temi che riguardano il futuro”.