LA LUCANA CARMEN TRA GLI AUTORI DI UN ESPERIMENTO UNICO APPARSO SU UNA RIVISTA INTERNAZIONALE! COMPLIMENTI

Dopo aver vinto la prima borsa di studio post lauream “Fondo Futuro Unibas”, edizione 2016, destinata a studenti meritevoli affetti da gravi patologie, la dott.ssa lucana Carmen Scieuzo continua a regalare soddisfazioni.

Grazie al “Fondo Futuro Unibas”, la dott.ssa Scieuzo ha potuto collaborare alle attività di ricerca che hanno portato alla pubblicazione su una rivista di notevole impatto scientifico quale Nature-Scientific Reports, permettendole di fare i primi passi nella ricerca scientifica ad un livello di vera eccellenza.

Carmen infatti è tra gli autori di un articolo scientifico intitolato:

“The multifunctional polydnavirus TnBVANK1 protein: impact on host apoptotic pathway” 

pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Nature Scientific Reports”.

Il lavoro è stato realizzato dal gruppo di ricerca della Prof.ssa Falabella in collaborazione con il Prof. Bufo, entrambi afferenti al Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi della Basilicata.

In una nota si legge:

“Lo studio analizza il ruolo di una proteina di origine virale, TnBVank1, nella morte cellulare programmata (apoptosi) con l’obiettivo di studiare i meccanismi cellulari che regolano questo processo.

In particolare, è stato dimostrato che la proteina virale interagisce con un’altra proteina, Alix/AIP1, ed il complesso così formato induce l’apoptosi.

L’induzione della morte cellulare è stata verificata sia mediante trasfezione in vitro, su cellule di insetto, sia in vivo, su larve di lepidottero, ed entrambi gli esperimenti hanno permesso di dimostrare che TnBVank1 è coinvolto in tale processo.

Questo studio è di notevole importanza perché è stata messa a punto una tecnica di trasfezione in vivo di un gene esogeno nelle cellule di in un organismo vivente consentendo di studiare il ruolo della proteina codificata dal gene trasfettato.

Negli insetti, sebbene filogeneticamente distanti dai mammiferi, importanti vie metaboliche sono conservate, come mostrano i recenti avanzamenti nelle conoscenze biochimiche e genetiche.

Pertanto appare promettente l’impiego di insetti come sistemi modello da poter adoperare per una migliore comprensione di differenti pathway biochimici spesso connessi a patologie nell’uomo.

Inoltre, l’utilizzo di modelli non mammiferi è una valida alternativa alla sperimentazione animale classica: la possibilità di studiare vie metaboliche complesse, paragonabili a quelli di organismi superiori, in organismi relativamente semplici, facilita la comprensione di tali meccanismi, i quali possono essere poi trasposti e comparati con quelli di cellule di mammifero”.

Facciamo i complimenti all’intraprendete dott.ssa Scieuzo ed a tutto il team di esperti che hanno realizzato questo studio eccezionale.