La rivoluzione dei pedaggi in autostrada: nuove tariffe “divise in tre”

Durata più breve delle concessioni e nuovi schemi tariffari per i pedaggi.

Sono alcune delle novità che riguardano le autostrade.

In realtà, è più corretto dire, riguarderanno.

Come fa sapere today, infatti, le norme sono contenute nel ddl Concorrenza, uno dei 69 obiettivi per ottenere la settima rata del Pnrr.

Il disegno di legge deve ancora passare dalla Camera al Senato e poi dovrà essere approvato entro il 31 dicembre.

Per il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini si è tentato da un lato di dare agli investitori privati, i concessionari, “tranquillità e serenità per poter investire nell’arco del tempo” e dall’altro di garantire al pubblico “un riequilibrio fra i pedaggi, perché ci sono tutti gli sbilanciamenti tra regione e regione, provincia e provincia, pedaggio e pedaggio” Vediamo le principali modifiche per le autostrade se in Parlamento non saranno apportati correttivi.

Secondo il ddl Concorrenza, le concessioni in futuro non potranno durare più di 15 anni.

Superato questo tempo, diventa obbligatorio bandire una gara per l’eventuale rinnovo o per un nuovo affidamento.

Le concessioni non potranno poi fisicamente riguardare tratti stradali troppo lunghi (tra i 180 e i 315 chilometri). In sede di rinnovo diventa vincolante il parere dell’Autorità sui Piani economici e finanziari.

C’è un’eccezione. La concessione potrebbe avere durata maggiore se lo Stato, tramite il ministero delle Infrastrutture, affida la concessione stessa per completare lavori che durerebbero già di per sé più di 15 anni.

Le norme in linea però si applicherebbero solo alle nuove concessioni, mentre per quelle esistenti resterebbero in vigore quelle attuali (fino alla scadenza).

Per le autostrade c’è all’orizzonte anche un nuovo schema tariffario.

Si tratta di un sistema già sperimentato per quattro concessioni (Ativa, Satap A21, Salt e Autostrada dei Fiori) ed è diviso in tre componenti: due di competenza del concessionario e una, il cosiddetto “extragettito”, destinata al concedente.

I proventi in questo caso saranno utilizzati per realizzare gli investimenti, senza incrementare i pedaggi.

Non ci sarà invece il pedaggio unico nazionale, diversamente da quanto inizialmente era stato previsto.